Crescono le imprese artigiane legate al turismo: sono oltre 6.600 in Sardegna e sono coinvolte nel mercato isolano delle vacanze, producendo beni, fornendo servizi e somministrando prodotti di altre realtà come le aziende agroalimentari, dei servizi balneari, della ristorazione, dei trasporti, della ricettività ma anche della manifattura, dell'abbigliamento, dell'intrattenimento e delle attività culturali. Lo rileva l'elaborazione dall'Osservatorio di Confartigianato Sardegna per le MPI (fonte UnionCamere-InfoCamere 2018). Queste attività turistiche rappresentano il 18,8% del totale delle imprese artigiane registrate negli albi camerali in aumento rispetto al 18.4% dell'anno precedente.
Così l'Isola conferma il sesto posto nella classifica nazionale delle piccole e medie imprese maggiormente collegate al turismo; al primo la Sicilia con il 22,2% seguita dalla Campania con il 21,2 contro una media nazionale del 15,89%. "Dalle prelibatezze alimentari ai capolavori della manifattura artistica, non c'è settore e attività in cui l'artigianato sardo non brilli per capacità di attrazione turistica - dice il presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Antonio Matzutzi - Dal mare alla montagna, passando per le zone interne - continua Matzutzi - c'è l'imbarazzo della scelta per i turisti che vogliono scoprire, gustare, ammirare e acquistare il valore artigiano del bello, buono e ben fatto made in Sardegna".
"Occorre, da un lato, migliorare il sistema istituzionale che governa questi due settori - afferma il segretario di Confartigianato, Stefano Mameli - iniziando da un assessorato che prenda in giusta considerazione le esigenze e le specificità dell'intero comparto artigiano, così come chiesto in campagna elettorale dalla nostra associazione ai candidati presidente".
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