"Il nome dei nostri figli non viene fatto mai". Lo disse, durante una delle prime commemorazioni della strage di Capaci, la madre di uno dei ragazzi della scorta rimasti uccisi. Oggi lo ha ricordato a Cagliari il questore Pierluigi d'Angelo in una piazza del Carmine gremita da migliaia di persone per la 24/a Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle Mafie, organizzata da Libera in collaborazione con Sardegna Solidale. "E' per questo - ha spiegato agli studenti delle scuole di tutta la Sardegna presenti - che ogni anno in questa occasione leggiamo gli oltre mille nomi delle vittime: per creare in voi giovani la coscienza di quanto è accaduto e mantenere vivo il ricordo di un periodo in cui c'era un morto ogni tre giorni. Voi dovete conoscere questa storia e la mia presenza qui è finalizzata a questo".
Sono quattro i sardi ricordati alle 11 in punto a Cagliari come in tutte le piazze d'Italia. Si tratta Emanuela Loi, l'agente di Polizia di Sestu morta nella strage di via D'Amelio, Bonifacio Tilocca, padre del sindaco di Burgos e ucciso da un attentato dinamitardo nel 2004, il sacerdote don Graziano Muntoni, ucciso ad Orgosolo nel 1998, e il carabiniere di Nuxis Antonio Pubusa, caduto nella strage di Bellolampo nel 1949 per mano del bandito Salvatore Guliano.
Sul palco la sorella di Emanuela Loi, Claudia, e il figlio di Bonifacio Tilocca, Pino. "Per noi familiari è sempre motivo di conforto tenere viva la memoria di mia sorella - ha detto Claudia Loi - quest'anno siamo a Cagliari, la città in cui Emanuela ha studiato e vissuto momenti spensierati, una città che amava. Lei sognava di fare la maestra, poi per strane circostanze della vita ha finito per fare la poliziotta. Quella domenica del 19 luglio del '92 era nel gruppo della scorta del giudice Borsellino. Aveva 24 anni.
La tragedia di via D'Amelio, continua, "ha tracciato in noi solchi di sofferenza, ma noi familiari non conserviamo sentimenti d'odio verso gli assassini, bensì un desiderio di giustizia, legalità e memoria - ha aggiunto Loi - A noi spetta il compito di credere che il bene debba prevalere perché abbiamo maturato desideri positivi, questa è l'eredità che ci ha lasciato mia sorella". "La memoria - sostiene Pino Tilocca - funziona come un monito, quello per cui di fronte alle mafie non si può essere neutrali, come invito alla riflessione su questo Paese che non sta bene, un'Italia in cui diminuiscono i morti ma non l'illegalità". La manifestazione è iniziata all'Istituto Buccari di piazza dei Centomila, dove è stato esposto un pannello in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Dopo la lettura dei nomi, collegamento con Padova per l'intervento di don Luigi Ciotti, poi chiusura in musica con il gruppo Carovana Folk e a Mor e la sua band.
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