di Carlo Mandell
Un festival che non è solo una questione di musica, ma di arte, accoglienza, contaminazione e dialogo tra culture differenti. L'idea, che quest'anno è pronta a manifestarsi nella sua trentaduesima edizione, è quella di Time In Jazz, la rassegna che andrà in scena in Sardegna, tra Berchidda e dintorni, dal 7 al 16 agosto. "Abbiamo sempre avuto nel nostro DNA l'idea di apertura - ha raccontato Paolo Fresu, trombettista di fama mondiale e fondatore, oltre che direttore artistico, del festival - e di questi tempi il concetto è diventato ancora più importante per i risvolti sociali in cui viviamo".
L'edizione di quest'anno di Time in Jazz porta il significativo titolo di 'Nel mezzo del mezzo', proprio per indicare il crocevia di culture e generi artistici del quale la rassegna si propone di essere testimone. Nel programma, annunciato questa mattina, sono previsti una quarantina di eventi musicali che si susseguiranno da mattino a notte all'interno di spazi e scenari differenti: ci sarà la grande arena allestita nella piazza centrale di Berchidda, il paese natale di Fresu, ma anche i boschi e le chiesette campestri nei dintorni del paese e i siti più rappresentativi degli altri centri in cui il festival farà tappa: Arzachena, Cheremule, Erula, Mores, Olbia, Ploaghe, Telti, Tula, Tempio Pausania e altri ancora.
Accanto alla musica, un ampio ventaglio di iniziative tra presentazioni di libri sensibilizzazione ambientale, laboratori e spettacoli per bambini, progetti di inclusione per migranti, oltre alla consueta rassegna di film documentari curata dal regista Gianfranco Cabiddu. "Il nostro obiettivo - ha spiegato Fresu - è sempre stato quello di parlare della società in cui viviamo utilizzando gli strumenti che conosciamo meglio: la musica e l'arte in generale, che si parlano tra di loro e creano anche un indotto economico non indifferente sul territorio".
Sul fronte musicale, nel cast annunciato per la prossima estate ci sono anche i nomi di Omar Sosa e Yilian Cañizares, Nils Petter Molvær, Jaques Morelenbaum, oltre ad una corposa presenza della scena jazzistica nazionale, ma anche Ornella Vanoni e l'Orchestra Mirko Casadei. "Siamo partiti nel 1988 - ha ricordato il trombettista - quando ero molto giovane. Le idee di allora erano però molto precise, forse proprio perché poche, e la principale era quella di creare una manifestazione con uno sviluppo nel tempo. C'è sempre un percorso da fare, dalla semina al raccolto".
Durante la giornata inaugurale e in occasione del ventennale della scomparsa di Fabrizio De André, Time In Jazz ritorna a far tappa anche L'Agnata, la tenuta nei pressi di Tempio Pausania, a metà anni Settanta dimora del cantautore genovese. "In un certo senso il nostro può anche essere considerato un progetto politico - ha spiegato Fresu - laddove il nostro obiettivo è il bene comune e quello di dimostrare quanto la musica e la cultura siano uno strumento potentissimo per migliorare il mondo"
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