Fantascienza ed erotismo in sardo. Temi mai o quasi mai esplorati nella lingua dell'isola. Ma ci sono anche argomenti raramente affrontati in questo modo, come paesaggi urbani e tecnologia. Sono le particolarità di "Metropolitània e àteros contos tòpicos, distòpicos e utòpicos", volume che raccoglie 12 racconti in sardo di Giuseppe Corongiu, 53 anni, già responsabile delle politiche linguistiche regionali dal 2006 fino all'avvento della Giunta Pigliaru. Il libro esce in questi giorni per la società editoriale Palabanda, diretta da Gabriella Ranno.
Nel suo esordio narrativo Corongiu, che già aveva pubblicato diverse opere saggistiche, getta ponti tra società rurale e urbana, cercando apertamente l'innovazione e rompendo con gli schemi tradizionali della letteratura in sardo. Nelle oltre 400 pagine dell'opera, la sardità dell'ovile si è definitivamente trasformata in quella distopica di un futuro agghiacciante o in quella contemporanea di una società globalizzata. Indaga anche, con pessimismo di fondo, su politica, burocrazia e giornalismo mescolando temi pesanti e leggerezza: relazioni difficili, crisi economica, cinismo, ipocrisia, sesso tra umani e razze aliene, discariche nucleari e penitenziarie, servitù militari, grandi avvenimenti, piccole vicende, la favola suggestiva, il giallo poliziesco, il thriller politico.
La lingua, che compone la ricchezza della polinomia dialettale in uno schema unitario (Lsc), sfida la contemporaneità e il futuro con una ricerca filologica e una diversità lessicale che cerca di conquistare anche chi non parla bene il sardo. Facilita poi la leggibilità l'uso dell'innovativo font editoriale Easy Reader proposto da Palabanda edizioni: adatto anche per dislessici e per chi ha problemi alla vista.
Tra circa un mese in tutte le librerie dell'isola e sul mercato elettronico.
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