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Teatro:madre con figlio Down si riscatta

Teatro:madre con figlio Down si riscatta

Applausi per piece scritta da Paola Atzeni per Sardegna Teatro

CAGLIARI, 14 maggio 2019, 18:49

Redazione ANSA

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Cagliari, applausi al Massimo per 'Io non faro ' la mia fine ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

Cagliari, applausi al Massimo per  'Io non faro ' la mia fine ' - RIPRODUZIONE RISERVATA
Cagliari, applausi al Massimo per 'Io non faro ' la mia fine ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una riflessione poetica sul tema della disabilità, attraverso la storia di una donna che si ribella a una condanna sociale: la vergogna, il rifiuto per un bambino nato con una sindrome di Down. Ha debuttato al Teatro Massimo di Cagliari tra gli applausi "Io non farò la mia fine", nuova produzione di Sardegna Teatro. Ritratto di una donna che attraverso la cultura trova il riscatto da una infanzia sofferta ed è determinata a difendere il diritto alla felicità per lei e per il suo bambino, deviando dal percorso che altri hanno tracciato per lei.

E' una eroina moderna, Elisa, la protagonista della pièce portata in scena dal regista Nicolò Columbano insieme all'attrice Michela Atzeni e Ornella D'Agostino, danzatrice e regista, e a Edoardo Mario Capuano. Il testo è di Paola Atzeni, scoperta da Lucia Calamaro, selezionato nell'ambito di un progetto di Sardegna Teatro sulle nuove drammaturgie. Fulcro della storia è Elisa, interpretata da una intensa e a tratti commovente Michela Atzeni, un dialogo a distanza tra una madre e una figlia diventata a sua volta madre, per un dramma ricco di sfumature che vanno dall'indignazione alle ferite dell'anima. La vicenda si svolge in uno spazio simbolico. Una sorta di "stanza della memoria" delimitata dalle foto di famiglia sospese, uno specchio all'estremità su cui si riflettono le vite dei personaggi e una tenda che svela o nasconde allo sguardo i personaggi di un racconto familiare.

Elisa rivive come in un flashback i momenti della sua vita, in un dialogo ininterrotto con colei che l'ha messa al mondo. Il ruolo difficile della madre ha l'eleganza di Ornella D'Agostino con la sua danza evocativa a costruire geometrie e trame e dare voce a pensieri amari e dolorosi. Ed è a questo dolore che si ribella la figlia che sceglie di vivere la sua maternità in modo diverso, gioioso perché ogni figlio, "sano" o "malato", è prezioso, unico e irripetibile nel suo essere individuo. Elisa infrange gli schemi attraverso l'amore incondizionato, strumento di libertà.
   

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