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Acqua: Cna, scarsa qualità e dispersione

Acqua: Cna, scarsa qualità e dispersione

Report organizzazione sul servizio idrico fornito da Abbanoa

CAGLIARI, 15 maggio 2019, 18:13

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Scarsa qualità dell'acqua erogata, livelli di dispersione idrica da record e spese di manutenzione tra le più alte d'Italia". E' la fotografia del servizio idrico regionale secondo il dossier della Cna Sardegna. A spiccare è soprattutto il severo giudizio degli utenti sardi: nel 2018 oltre il 38% delle famiglie sarde si è infatti dichiarata "molto insoddisfatta del servizio idrico fornito da Abbanoa, il dato più negativo tra tutte le regioni italiane e pari ad oltre il doppio della media nazionale (14,6%)".  Principale fattore penalizzante è rappresentato proprio dalla qualità dell'acqua erogata (odore, sapore e limpidezza), giudicata insoddisfacente dal 43,7% degli utenti intervistati dall'Istat.

Inoltre, evidenzia Cna, secondo i dati dell'ultimo Censimento delle acque (Istat 2015) la Sardegna risulta la seconda regione italiana per dispersione idrica con il 55,6% dell'acqua immessa in rete che non giunge all'erogazione, valore inferiore solo a quello della Basilicata (56,3%). "Il dato è in gran parte da imputare ad una rete di distribuzione idrica ormai obsoleta e, in alcuni casi addirittura fatiscente, come risulta per le province di Sassari, Oristano e Nuoro dove la dispersione arriva a superare il 60%". Le cause della dispersione idrica - evidenzia la Cna Sardegna - possono essere molteplici: oltre che dalle perdite presenti nelle condutture obsolete o dagli sfiori di serbatoi difettosi, non è da escludere l'esistenza di grandi quantità di acqua destinata ad usi pubblici che non viene contabilizzata o l'esistenza di consistenti furti e prelievi abusivi".

Eppure - sottolinea l'associazione - analizzando la spesa per la manutenzione delle reti idriche nell'ultimo decennio (2008-2018) sia in termini assoluti che in rapporto alla popolazione emerge che, con una spesa in manutenzione ordinaria di 223 euro per abitante, la Sardegna detiene il primato assoluto tra tutte le regioni italiane. Il dossier esamina anche la situazione del sistema degli invasi: al 30 aprile 2019 sono presenti 1,5 miliardi di metri cubi d'acqua, pari all'88.4% della capacità complessiva autorizzata, in lieve aumento rispetto al 31 marzo (8 mln in più).

LA REPLICA DI ABBANOA - "Grazie all'attività di Abbanoa la Sardegna è seconda in Italia sul fronte degli investimenti nei servizi idrici integrati con 62 euro ad abitante; davanti solo la Toscana dove però la tariffa è superiore di due volte quella sarda, mentre nelle altre regioni si registrano 42 euro pro capite al Centro Italia, 39 euro pro capite al Nord, 11 euro pro-capite al Sud. E' quanto è stato certificato recentemente dal Laboratorio Ref Ricerche".

Lo fa sapere Abbanoa che commenta così il report fornito da Cna sul servizio idrico integrato in Sardegna. "L'impegno quotidiano del Gestore unico è confermato anche dai dati del rapporto della CNA Sardegna dove risultiamo primi per investimenti pro-capite in manutenzioni straordinarie (sostituzione di interi tratti di rete) e secondi per le manutenzioni ordinarie (lavori di pronto intervento)", aggiunge Abbanoa. "Sono risorse ingenti necessarie per far fronte a un sistema che Abbanoa ha ereditato al limite del collasso - osserva ancora il gestore - L'elevato tasso di dispersione idrica è il problema numero uno che si sta aggredendo in maniera determinata con ottimi risultati tramite sistemi innovativi riconosciuti a livello internazionale: Abbanoa ha avviato il piano di ingegnerizzazione delle reti che attualmente sta interessando i 30 principali Comuni della Sardegna e a breve sarà esteso a ulteriori 100 con un nuovo appalto.

Tale attività è stata premiata da Utilitalia, la federazione che riunisce 500 imprese italiane dei servizi idrici energetici e ambientali, tra le migliori pratiche nei Servizi Pubblici". Infine il gestore spiega che "la Sardegna, dove non esiste acqua potabile in natura, vanta anche il poco invidiabile primato nazionale di dipendenza come fonte di approvvigionamento dalle acque di pessima qualità degli invasi artificiali: l'85% della risorsa idrica immessa nelle reti ha necessità di essere potabilizzata con complessi sistemi industriali di trattamento negli impianti di potabilizzazione. Sono delle vere e proprie fabbriche dell'acqua che, come nel caso dell'area vasta di Cagliari, raggiungono risultati eccezionali: non a caso l'acqua del capoluogo isolano figura tra le migliori d'Italia come certificato dalle indagini dell'associazione dei Consumatori Altroconsumo".

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