di Fabrizio Fois
Clima pazzo o mancata prevenzione? Fatto sta che nelle ultime settimane la Sardegna sembra essere più simile all'Egitto della Bibbia ai tempi di Mosè. Nel centro dell'Isola le 'piaghe' si stanno moltiplicando: l'anno scorso la crescita smisurata dei cormorani, la cui voracità ha fatto strage di pesci negli stagni; all'inizio del 2019 i cinghiali, troppi e affamati; in questi giorni l'invasione di milioni di cavallette nel Nuorese, un fenomeno che durerà sino ad agosto. Ora l'attacco alle produzioni agricole estive arriva dalle cornacchie nell'Oristanese. E la Coldiretti lancia l'ennesimo allarme chiedendo alle istituzioni di fare presto: ci sono da calcolare i danni, mettere a correre le risorse per gli indennizzi e, soprattutto, programmare azioni preventive. Leggasi piani di disinfestazione per gli insetti che stanno divorando il foraggio e mettendo a rischio la sopravvivenza delle aziende di Ottana, Bolotana e Orani, trasformando i terreni in tappeti di cavallette; ma anche abbattimento controllato della fauna selvatica, in particolare le cornacchie grigie capaci di mettere in ginocchio l'industria dell'ortofrutta sarda: dai meloni alle angurie e a tutte le altre colture primaverili ed estive. L'ultimo piano triennale di depopolamento di questi corvidi risale al periodo 2015-2017: il comitato faunistico regionale aveva dato il via, con il benestare dell'Ispra, al programma che prevedeva di abbattere quasi 19mila cornacchie all'anno. Oggi si guarda nuovamente alla Regione, che è già intervenuta sull'invasione di cavallette con l'assessore dell'Ambiente, Gabriella Murgia: annunciata a in tempi brevi la verifica dei danni subiti e l'attivazione di un primo intervento di sostegno, sulla base delle risorse disponibili in Finanziaria. "Più volte in passato abbiamo denunciato come la problematica della fauna selvatica fosse ben lontana dall'essere risolta. E ciò che sta accadendo è la dimostrazione che non ci sbagliavamo - affermano i dirigente della Coldiretti di Oristano - Siamo in forte ritardo e ad oggi non vi è traccia della programmazione fondamentale che avrebbe dovuto tendere al contenimento". "Se le cornacchie stanno diventando così pericolose per l'agricoltura sarda, vuol dire che c'è qualcosa che non va nei piani di contenimento", confermano gli ecologisti del Gruppo d'intervento giuridico.
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