Bassa presenza nei mercati extraregionali, piccole imprese, artigianato, agricoltura e manifatturiero ancora in crisi con il turismo che si conferma ancora unico traino dell'economia in Sardegna, un settore sul quale però bisogna ancora lavorare. È questo, in estrema sintesi, lo spaccato emerso alla Camera di commercio di Cagliari in occasione della presentazione di Sisprint 2, il secondo report regionale su economia, impresa e territori redatto dal sistema camerale.
Il documento analizza le tendenze e gli assetti socio economico della Sardegna prendendo in esame i punti di forza e di debolezza rispetto ai fattori di sviluppo territoriale come innovazione, internazionalizzazione, turismo, cultura e coesione sociale. "Il sistema produttivo sardo soffre ancora di un gap di competitività - ha spiegato Cristiano Erriu, direttore dell'Azienda speciale Centro servizi promozionali per le imprese della Camera di commercio - che si riflette nella inadeguata presenza sui mercati extra regionali, presenza che va curata puntando maggiormente sull'innovazione tecnologica".
Secondo il report, il mondo della piccola impresa e dell'artigianato continua a soffrire una crisi strutturale, mentre il sistema produttivo, proprio a causa della crisi, rafforza le imprese più grandi. Dal punto di vista settoriale, mentre agricoltura e manifatturiero arrancano ancora e l'edilizia stenta a ripartire, "il turismo appare essere il motore più brillante dell'economia regionale - ha sottolineato Giacomo Giusti dell'Ufficio studi Si.Camera - ma anche questo settore deve affrontare alcuni nodi strutturali: serve una più accentuata destagionalizzazione dei flussi, puntando su pacchetti di offerta culturale, storico-artistica, molto poco valorizzati fuori dal polo di Cagliari, abbinata ad una più decisa azione di attrazione sul alcuni mercati, quale quello cinese". Secondo l'esperto, bisogna "lavorare sul miglioramento di ricerca, sviluppo e di valorizzazione della cultura come volano per il turismo".
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