Restano in carcere i genitori del bambino di 11 anni tenuto segregato nella sua stanza, in una villetta di famiglia vicino ad Arzachena, in Costa Smeralda, ribattezzata "la casa degli orrori". La gip del tribunale di Tempio Pausania, Caterina Interlandi, ha infatti convalidato per entrambi il provvedimento restrittivo con l'accusa di sequestro di persona e maltrattamenti: accogliendo la richiesta della Procura ha quindi deciso per la permanenza della custodia cautelare nel penitenziario sassarese di Bancali.
Respinta l'istanza di arresti domiciliari formulata dal difensore Marzio Altana. Davanti al giudice, i due coniugi - 47 anni lui, 43 lei - si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. "I tempi sono stati strettissimi - spiega l'avvocato Altana - e ho potuto parlare con i miei assistiti solo cinque minuti prima dell'udienza. Domani - annuncia - incontrerò entrambi per capire come si siano svolti i fatti e decidere la linea difensiva da adottare. Per il momento posso solo dire di avere piena fiducia nell'operato degli inquirenti, persone di elevata esperienza e professionalità".
L'undicenne era stato liberato dalla sua stanza-prigione, la notte di sabato scorso, dopo un blitz dei carabinieri. Lui stesso aveva fatto una telefonata di emergenza al 112 per chiedere aiuto: "Vi ho chiamato perché volevo parlare con mia zia. I miei sono andati a una festa e mi hanno rinchiuso nella mia cameretta, come fanno di solito", queste le sue parole con l'operatore. Quando i militari sono arrivati in casa hanno trovato il ragazzino chiuso a chiave nella sua stanza, al buio, con la finestra e le porte sigillate, senza un letto e con un bidone dove fare i bisogni.
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