Una mostra che spiazza. Entri e
c'è un'acquasantiera. Ma dentro l'acqua è frizzante. Poi c'è una
bella sedia a dondolo in legno. Ma a guardarla bene è una sedia
elettrica. C'è pure un confessionale. Però sul ripiano
dell'inginocchiatoio c'è un libretto che non è la Bibbia: è il
libro rosso di Mao. Per non parlare del coniglio che tiene sulla
zampa un coltellaccio.
Si gioca anche sui contrasti la mostra di Danilo Sini,
artista sassarese, inaugurata questa sera all'Exma di Cagliari.
"Diversi lavori - spiega Sini all'ANSA - giocano sullo
svuotamento e rovesciamento dei simboli. D'altra parte viviamo
anche in una società un po' ipocrita".
La mostra è intitolata Al limite del senso. La personale, che
si potrà visitare sino al 22 settembre, è curata da Gianni
Murtas. "Raccoglie opere dalla metà degli anni Ottanta- spiega
Murtas - sino a oggi. È una mostra che attraverso tante
tecniche- fotografie, pitture, installazioni, prova a restituire
tante sfaccettature dell'arte contemporanea".
Molti i materiali riciclati: pezzi di asfalto, lenzuola di un
vecchio orfanotrofio e manifesti degli anni passati
ritrasformati in carta e ridipinti.
Sini ha iniziato la sua attività artistica negli anni Ottanta
e, nel 1986, è stato segnalato alla Biennale Giovani. Proprio a
quel decennio risalgono le opere che uniscono televisione,
allora vero e proprio totem delle case degli italiani, e
dissacrazione alla Andy Warhol. Anzi in un lavoro appare sullo
schermo proprio il profeta della pop art.
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