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Striscione anti Salvini: diritto critica

Striscione anti Salvini: diritto critica

Giudice Cagliari, Pm non doveva ordinare il sequestro

CAGLIARI, 05 luglio 2019, 16:38

Redazione ANSA

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Lo striscione "Salvini, Meloni & company siete c... sterile" non doveva essere sequestrato per "radicale mancanza di motivazioni", in pratica chi lo ha vergato ed esposto ha esercitato il "diritto di manifestare il proprio pensiero sotto forma di critica politica". Lo scrivono i giudici del tribunale del Riesame di Cagliari, presieduto da Giovanni Massidda, nelle motivazioni del provvedimento con cui il 13 giugno scorso è stato annullato il sequestro del lenzuolo 'incriminato' appeso al balcone della casa di Paola Atzeni (difesa dall'avv. Giulia Lai) e Bruno Pisci (difeso dall'avv. Adriano Sollai), a Isili, e fatto ritirare dai carabinieri il 21 maggio.

"Il vilipendio alla Repubblica, alle Assemblee legislative o una di queste, ovvero il Governo o la Corte costituzionale o l'ordine giudiziario, non può certamente configurarsi nei confronti dei singoli componenti di ciascuno di essi", si legge nelle motivazioni del Riesame". Quelle frasi, si spiega, vanno considerate un "esercizio del diritto di manifestare il proprio pensiero sotto forma di critica politica".

In riferimento all'accusa di vilipendio, il giudice spiega: "le espressioni contenute nello striscione sono senza dubbio univocamente dirette alle persone fisiche di Matteo Salvini e di Giorgia Meloni quali leader delle rispettive forze politiche e non appaiono in alcun modo indirizzate al Governo e alle Assemblee legislative intese come istituzioni".

Non solo: "Nel caso in esame, l'espressione contenuta nel lenzuolo, oltre a non essere indirizzata, neppure indirettamente, a colpire istituzioni, non appare possedere nemmeno sul piano del tenore letterale le caratteristiche di gratuità e di grossolanità del dileggio necessarie per integrare il fatto tipico". E ancora: "le locuzioni utilizzate appaiono offensive dell'onore e della reputazione delle persone fisiche menzionate, trattandosi di espressioni come detto colorite, aspre e rozze, ma chiaramente indirizzate alle politiche (in particolare in materie di immigrazione e sicurezza) poste dagli interessati e non al dileggio gratuito delle persone fisiche, e per questo rispettose del limite della continenza".

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