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Energia: tavolo Sardegna il 30 luglio

Energia: tavolo Sardegna il 30 luglio

Dopo sit in a Cagliari sindacati preparano un presidio a Roma

CAGLIARI, 25 luglio 2019, 17:51

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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 La Sardegna sarà chiamata a Roma al tavolo tecnico sulla decarbonizzazione martedì prossimo 30 luglio. L'incontro, fissato oggi dal Mise e annunciato dall'assessora regionale dell'Industria Anita Pili ai sindacati, sarà accompagnato da un presidio dei lavoratori dell'industria con il quale Cgil, Cisl e Uil intendono fare pressing sul governo per sollecitare un'alternativa a regime alle fonti fossili, in particolare metano e rinnovabili, prima dello stop al carbone. Il termine fissato dal governo è per il 2025, ma i tempi non potranno essere rispettati nell'Isola dove il metano, neppure nella forma del Gnl, non è ancora arrivato: il primo carico con la nave gasiera appena varata nei cantieri cinesi è previsto per fine estate 2020 e la dorsale è ancora tutta da realizzare.

"La Giunta deve far valere le esigenze della Sardegna", hanno detto all'assessora Pili i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, che hanno partecipato oggi ad un nuovo sit in davanti al Palazzo della Regione a Cagliari". Secondo i sindacati "il presupposto per la realizzazione del piano energetico regionale è proprio la metanizzazione oggi messa in discussione in modo improvvido dal governo nazionale con il piano energia e clima stilato dallo stesso governo".

Il rispetto degli accordi sul metano, con la dorsale e la rigassificazione, è la scelta obbligata per garantire il rinnovamento del sistema energetico, a vantaggio dei cittadini e delle imprese, in condizioni di sicurezza e stabilità, con l'obiettivo del rilancio del sistema produttivo - hanno osservato Michele Carrus (Cgil), Gavino Carta (Cisl) e Francesca Ticca (Uil) - Di certo non serve ai sardi un'infrastruttura come l'elettrodotto, che costerebbe molto, avrebbe tempi di realizzazione lunghi e incerti".

"Chiediamo il cambiamento della strategia del governo anche perché il rischio è di creare in Sardegna cittadini di serie B - spiega Carrus all'ANSA - Inoltre l'eletrodotto non sarebbe attivo prima del 2032, se si tiene conto della normale tempistica sulle progettazioni e sui bandi. Bel oltre il phase out del 2025".
   

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