Negli ultimi mesi sono state trafugate dalle spiagge dell'Area marina protetta di Tavolara due tonnellate di sabbia. Tutte intercettate dagli agenti della security dell'aeroporto di Olbia. A rivelarlo è il direttore dell'Area marina, Augusto Navone, in un'intervista a La Nuova Sardegna. "C'è ancora molto da fare da un punto di vista ambientale - spiega - ma si deve agire in modo coordinato e pianificato. Riposizioneremo la sabbia e il materiale a seconda della provenienza. Anche questa operazione deve essere fatta in modo scientifico e non può essere improvvisata".
Per questo l'Area marina protetta di Tavolara-Punta Coda Cavallo, l'Enac, la Geasar, società di gestione dello scalo di Olbia, la Regione e il Corpo forestale hanno già stretto un'intesa con l'impegno di restituire ai litorali depredati tutta la sabbia sottratta. Più controlli, divieti e sanzioni vengono sollecitati dal presidente del Consiglio regionale Michele Pais in una lettera inviata alla commissione competente, con la richiesta di sentire in audizione l'assessore all'Ambiente e il comandante del Corpo forestale.
"E' urgente che siano predisposte azioni più adeguate per porre fine ad atti come questi che mettono a rischio non solo il nostro ambiente ma la nostra cultura", scrive Pais, sollecitando contestualmente "una imponente campagna informativa rivolta ai turisti e ai residenti nonché alle scuole, in modo che anche le nuove generazioni vengano fin da subito educate al senso di responsabilità nei confronti del territorio che le ospita".
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