Fase di transizione per il Teatro
Lirico di Cagliari dopo le dimissioni del soprintendente Claudio
Orazi e l'ormai imminente caccia al suo successore. I sindacati,
in questo delicato momento, chiedono attenzione sul futuro
dell'istituzione con una lettera aperta al sindaco di Cagliari
Paolo Truzzu. "Il Teatro Lirico di Cagliari può diventare un hub
capace di fornire servizi ad altri teatri minori di tutta Europa
capitalizzando il suo consistente patrimonio di conoscenze:
un'industria di produzione culturale che dobbiamo solo aprire al
resto del mondo per farne un polo di formazione di eccellenza",
scrive il segretario della Uilcom Sardegna, Tonino Ortega,
sollecitando un incontro con i primo cittadino.
Nella lettera si evidenziano le problematiche scaturite dalla
nuova legge sullo Spettacolo (160/2016) che prevede parametri
restrittivi perché le Fondazioni Liriche ricevano i
finanziamenti nazionali: l'alternativa che si vuole evitare è
quella di vedere declassato il Lirico a Teatro di Tradizione.
Con la conseguenza di un contributo dal Fondo unico molto
inferire rispetto a quello riservato alle Fondazioni Liriche.
Ipotesi da scongiurare, avverte il sindacato. Per "evitare
scenari drammatici - ammonisce Ortega -, sia per i lavoratori
occupati che per l'offerta culturale che sarebbe impoverita
qualora i sardi fossero obbligati ad andare alla scala di Milano
o all'opera di Roma per assistere ad un'opera lirica: a Cagliari
ogni spettacolo lirico viene visto da circa dieci mila persone
tra abbonamenti e biglietti staccati".
"Esiste l'opportunità di creare ricchezza da questa realtà
cittadina - ribadisce la Uilcom - perché con il grande
investimento fatto dall'amministrazione sul Parco della Musica
esistono volumetrie immense ancora vuote, come i laboratori e
l'arena, che attendono solo di essere messe a reddito".
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