di Fabrizio Fois
Oltre 500 progetti da selezionare per lo sviluppo dell'area metropolitana di Cagliari e del Sud Sardegna, doccia fredda sul rinvio dell'uscita dal carbone fissato al 2025 e mezza apertura per la vertenza entrate. E' stata una giornata densa di impegni e temi quella del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, arrivato a Cagliari per ricevere il riconoscimento di Mediatore Mediterraneo 2019 e per aprire il confronto sul contratto di sviluppo: 512 le idee presentate dai Comuni e altri Enti per un un totale di 2,6 miliardi di finanziamenti richiesti. "Qui lo Stato assume le vesti di mero facilitatore - ha chiarito il premier - l'obiettivo è di fare sistema, creare una sinergia tra le varie iniziative in modo da produrre gli effetti sperati". Progetti "strategici" per i quali, dopo un'istruttoria per la selezione, si punta ad "offrire la possibilità di un ulteriore sviluppo che possa valorizzarne le caratteristiche e la vocazione in termini di risorse ambientali". Dopotutto, ha ribadito Conte, il suo è un Governo a trazione "green" che ha in mente "una svolta verde" per dare "risposte immediate ai nostri ragazzi che sfilano nelle piazze per far sentire la loro voce". Anche per questo il premier ha puntualizzato di non vedere con favore uno differimento del termine per il phase out: lo spegnimento delle centrali elettriche a carbone per andare verso fonti energetiche sostenibile. Meglio "favorire la realizzazione dell'elettrodotto con la Sicilia - ha indicato Conte - e investire sulle energie rinnovabili e, se è il caso, creare piccoli depositi di gas naturale liquefatto a supporto delle zone industriali". L'idea di poter arrivare sino al 2030 era stata ventilata dalla Regione Sardegna: nel dossier consegnato oggi dal governatore Christian Solinas compare anche l'uscita dai combustibili fossili "che deve avvenire in maniera ordinata e dando certezze agli investitori", aveva spiegato il presidente della Giunta sarda. La Regione però, oltre ad avere incassato l'impegno sul porto canale di Cagliari, ha trovato in Conte un interlocutore attento sulla vertenza entrate-accantonamenti. "Non vogliamo svantaggiare la Sardegna per le sue legittime pretese economiche - ha assicurato il premier - ma dobbiamo anche tener conto dei vincoli di contabilità pubblica: troveremo un compromesso".
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