Due rare e significative pagine
di musica sinfonica. La prima con un un tuffo nel più classico
romanticismo di Felix Mendelssohn-Bartholdy e la sua quinta
sinfonia in re minore "Riforma". La seconda con una immersione
nella prima metà del Novecento con il "rivoluzionario" Alfredo
Casella e la sua sinfonia numero due, eseguita per la prima
volta in Sardegna. Tutto legato dalla bacchetta di Donato
Renzetti alla guida dell'Orchestra del Teatro lirico di
Cagliari. Ed è finita tra gli applausi e le ripetute chiamate in
scena per il direttore.
Era il dodicesimo appuntamento della stagione concertistica
2019 del Lirico. Elegante e sontuosa l'apertura in re maggiore
della quinta sinfonia di Mendelssohn. Poi l'ingresso delle
melodie tipiche del compositore di Amburgo accompagnate più
avanti dal ritmo dell'allegro vivace. Infine, dopo un breve
andante in sol minore, la chiusura che ha trascinato il pubblico
di via Sant'Alenixedda.
Meno classica, ma piena di forza e voglia di dare nuove
direzioni al patrimonio lirico italiano, la musica di Casella
più vicina all'Europa che alla tradizione della penisola.
Partenza solenne, quella della sinfonia del compositore nato a
Torino e rappresentante della "Generazione '80", poi un rapido
succedersi di cambi di ritmo e di scenari ben uniti dalla
direzione di Renzetti, bacchetta che, nel corso della sua lunga
attività, ha fatto incetta di incisioni prestigiose e di
riconoscimenti, tra gli ultimi il premio alla carriera del 2016.
E anche la seconda parte è finita tra gli applausi.
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