Stop definitivo alla caccia al coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus) in Sardegna. Il Tar, con un'ordinanza collegiale, ha infatti deciso la sospensione parziale del calendario venatorio 2019-2020 adottato dal Comitato Faunistico regionale, confermando le motivazioni già espresse con un primo decreto firmato dal presidente del Tribunale amministrativo. L'udienza di discussione sul merito della causa è stata fissata per il 9 giugno 2020, decretando di fatto la chiusura della caccia ai conigli selvatici per tutta la stagione 2019-2020.
Il ricorso era stato presentato da Wwf e Gruppo d'Intervento Giuridico (Grig): nel mirino la mancanza di un reale censimento "che assicuri la sopravvivenza della specie faunistica oggetto di caccia". Ora i giudici spiegano che oltre alle indicazioni dell'Ispra, c'è "la necessità di una attenta ed immediata valutazione degli effetti del prelievo sulla sostenibilità biologica". Nell'ordinanza si precisa che la Regione ha posto, con il decreto impugnato, un limite numerico, sia giornaliero che complessivo, al numero dei capi abbattibili, ma "non risulta che tale numero sia stato commisurato alla dinamica della popolazione e all'adozione di meccanismi di controllo sugli effetti del prelievo". Non solo. "Gli indicati limiti numerici appaiono peraltro molto elevati, in rapporto al numero dei potenziali cacciatori ed anche tenuto conto del numero di capi che risultano prelevati nelle ultime stagioni venatorie".
Il ricorso delle associazioni ambientalisti era partito dopo che il Comitato faunistico regionale aveva autorizzato un "carniere potenziale complessivo giornaliero di 107.961 capi abbattibili e di 899.675 esemplari abbattibili nell'intera stagione venatoria a fronte - denuncia il Ggig - di un carniere potenziale giornaliero di 3 capi abbattibili e di ben 25 nell'intera stagione per ognuno dei 35.987 cacciatori".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA