Il Pecorino Romano, che si usa solo da grattugiare, è escluso dalla black list dei dazi imposti dagli Usa. La conferma arriva dal Consorzio di tutela della Dop della Sardegna nel giorno in cui scattano le tagliole per i prodotti europei. Questo tipo di formaggio, che ancora determina il prezzo del latte ovino in Sardegna, utilizzato con il codice 'for grating', non ha mai subito dazi: non ha infatti nessun concorrente nel mercato nordamericano dove i formaggi, anche quelli da grattugia, sono prodotti con il latte bovino. Inoltre, pur essendo commercializzato in forme intere, il Pecorino Romano viene trasformato negli Stati Uniti: tutte le fasi della lavorazione - dal taglio alla grattugia, sino al confezionamento e alla vendita negli States - producono valore aggiunto direttamente negli Usa. Per l'export sardo il mercato statunitense vale il 52% della produzione totale, circa 120-130mila quintali per un fatturato di 100 milioni di euro all'anno.
"E' un risultato importante, che ripaga il Consorzio del grande lavoro fatto in questi anni per riuscire a raggiungerlo. Anche qui a Bergamo si discute di dazi", dice il presidente del Consorzio per la tutela del Pecorino Romano, Salvatore Palitta, impegnato in questi giorni in Lombardia con gli eventi del Progetto Forme. "I dazi hanno certamente una legittimazione giuridica riconosciuta dal Wto, ma la nostra battaglia legale, sempre in prima linea, è stata incentrata - spiega - sulla legittimità di applicazione al codice doganale che identifica il Pecorino Romano. Le autorità americane hanno riconosciuto le nostre ragioni, e oggi abbiamo la certezza di essere esclusi dalla temuta black list. Aver centrato questo risultato significa proteggere la nostra Dop e, dunque, una parte fondamentale dell'economia della Sardegna".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA