Si gioca sulle sanzioni pecuniarie
per chi sforerà le quote di produzione di latte assegnate,
fissate a 64 centesimi per ogni chilo in eccesso, la battaglia
sul Piano di regolazione dell'offerta del pecorino romano dop
che dovrà passare per un percorso lungo e irto di ostacoli.
"Le quote da assegnare a ciascun produttore sono quantificate
in base alle produzioni di ogni azienda negli ultimi tre anni -
dicono il presidente del Consorzio Salvatore Palitta e
Gianfranco Gaias, agronomo del Consorzio di tutela - Chi sfora
dovrà contribuire in maniera maggiore ai costi che il Consorzio
dovrà affrontare per collocare sul mercato le eccedenze". E
sulla congruità di questa contribuzione aggiuntiva si dovrà
pronunciare il Ministero delle Politiche agricole.
Le criticità verso il via libera al piano sono emerse anche
in un convegno a Sassari. "Raggiungere il quorum di 8mila
adesioni, comprese cooperative e allevatori, è un'opera
complicatissima", riconosce Palitta. "I tempi burocratici per la
raccolta delle adesioni, l'istruttoria, l'invio al Ministero e
la sua approvazione, sono lunghissimi - precisa - quindi gli
effetti del Piano, qualora venisse approvato, si potranno vedere
solo nella prossima annata".
Organizzato in collaborazione da Consorzio, Dipartimento di
Agraria e Dipartimento di Veterinaria dell'ateneo sassarese
l'incontro odierno ha riproposto l'urgenza di un Piano che,
approvato a fine luglio dall'assemblea dei soci del Consorzio su
proposta del cda, aveva suscitato già molto prima della
convalida una marea di critiche fra allevatori e produttori, che
contestano appunto le sanzioni per l'eventuale sovraproduzione.
Nel frattempo Palitta ribadisce al delegato ministeriale
Antonio Maria Caira che "lo strumento del quorum non aiuta a
raccogliere le adesioni necessarie: Nelle cooperative in cui si
è già votato per il Piano hanno aderito il 50% degli aventi
diritto. Ora occorre approfondire la discussione proprio su
questo aspetto".
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