di Maria Grazia Marilotti
"Da Bach ai Led Zeppelin, ascoltare la musica preferita produce felicità e benessere in grado di allungare la vita in salute. La musica infatti si dimostra un prodigio: nei disturbi dell'umore, disagio psichico, depressione è efficace come i farmaci ansiolitici e antidepressivi". I ricercatori della Comunità mondiale della longevità (Cmdl) promuovono a pieni voti la musicoterapia, soprattutto nell'approccio medico riabilitativo. La nuova frontiera della neuroscienza ispirata all'arte dei suoni è stata oggetto di un convegno a Cagliari organizzato dalla stessa Comunità che studia i centenari insieme all'Istituto europeo di ricerca Ierfop e alla Società italiana di medici fisica riabilitativa (Simfer), guidata da Mauro Piria.
"Accoppiata al canto la musica è un toccasana nei deficit di lettura e apprendimento - spiega Roberto Pili, presidente della Cmdl - ma è nelle malattie neurodegenerative tipiche dell'invecchiamento, quali demenza e Parkinson, che dà il meglio di sé. La pratica musicale, specie se iniziata in giovane età , aumenta la cosiddetta 'riserva cognitiva', quel tesoretto di capacità e funzionalità cerebrale che in età anziana contrasta lo sviluppo della demenza". "Stupefacenti - osserva il ricercatore - i risultati della musicoterapia nel Parkinson e nelle paresi. Abbinare il movimento di questi malati a un brano musicale molto ritmato porta infatti a miglioramenti immediati". Una giornata di confronto tra esperti: da Enrico Granieri a Michele Cavallo, da Gioele Rudari a Paolo Boldrini, da Donatella Petretto a Bachisio Zolo, presidente dell'Unione ciechi d'Europa, che ha portato la sua testimonianza sugli effetti benefici della musica nei disabili visivi.
"L'ascolto attivo della musica migliora lo stato mentale e fisico, predispone all'empatia e alla socializzazione, elementi che esaltano la qualità della vita, la fortificano, la allungano - argomenta ancora Roberto Pili - è un'esperienza formativa che investe e allena tutto il cervello, cabina di regia della vita, cervello che risponde attivando i centri della gratificazione, empatia, socialità, vera chiave di felicità e benessere, stati d'animo in grado di allungare l'aspettativa di vita di almeno 10 anni". Per il ricercatore sardo, quindi, la promozione di una lunga e buona vita passa anche dal potere della musica. "Perché - chiarisce Pili - la giusta colonna sonora può aggiungere vita agli anni, oltre che anni alla vita".
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