Aumentano gli incidenti (+1,1%) e le croci (+16,7%) nelle strade della Sardegna. Nel 2018 sono stati registrati 3.461 sinistri che hanno causato la morte di 105 persone e il ferimento di altre 5.046. La statale 131 "Carlo Felice" rimane tra le più pericolose della Sardegna con 14 decessi e 388 feriti e l'indice di mortalità pari a 5,5 in aumento rispetto al 2017 (1,6). La strada statale 130 con 5 morti vede passare l'indice di mortalità da 3,9 nel 2017 a 10 nel 2018. Sono gli ultimi dati Istat sugli incidenti nelle strade dell'isola Rimane elevata la pericolosità della SS196 anche se in miglioramento rispetto al 2017 ma con il più alto indice di mortalità (18,8) seguito dalla SS554 con 4 morti e l'indice di mortalità pari 10. L'indice di mortalità cresce sulle strade nei comuni di Sanluri e Arzachena mentre diminuisce a Orotelli, San Vito, Villacidro e Villasor. Drammi, ma anche costi sociali: 409 milioni di euro, che vuol dire 247 euro pro capite.
Nel 2018 il maggior numero di incidenti (2.131, il 61,6% del totale) si è verificato sulle strade urbane, provocando 25 morti (23,8% del totale) e 2.862 feriti (56,7%). Rispetto all'anno precedente i sinistri diminuiscono del 6,2% in ambito urbano, soprattutto all'altezza degli incroci, mentre aumentano del 15,4% sulle strade extraurbane (le curve i tratti di strada più a rischio). Primavera ed estate le stagioni più pericolose. Tra maggio e settembre si contano 1.649 incidenti (il 47,6% di quelli avvenuti durante l'anno). Oltre il 74% degli incidenti si registra tra le 8 e le 20 ma l'indice di mortalità raggiunge i valori più elevati nella fascia oraria tra le 23 e l'1 della notte (6,5 morti ogni 100 incidenti). Il venerdì e il sabato notte si concentrano il 43,2% degli incidenti notturni, il 40% delle vittime e il 43,8% dei feriti. Nell'ambito dei comportamenti errati di guida, il mancato rispetto della distanza di sicurezza, la guida distratta e la velocità troppo elevata sono le prime tre cause di incidente.
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