Le atlete italiane continuano a vincere, a portare il nostro Paese sul podio, conquistando contemporaneamente premi e medaglie e un pubblico sempre più numeroso che segue le loro imprese. Nonostante vittorie e traguardi restano però una realtà poco raccontata, non hanno la visibilità mediatica che meritano, rimangono pressoché invisibili in tv e sui giornali. La narrazione nei media televisivi e nella carta stampata è ancora distorta e poco equilibrata, concentrata spesso sulla fisicità delle sportive e non sulla loro bravura, a discapito dei risultati.
Ecco perché le parole giuste per dirlo e le occasioni per riflettere sui temi della discriminazione di genere non bastano mai, e le iniziative di Giulia giornaliste che mirano ad abbattere gli stereotipi che sulle donne in particolare producono una deformazione dell'informazione in diversi campi e un fiorire di luoghi comuni e doppi sensi nei testi e nelle immagini, sono numerose e in continuo aggiornamento. Dalle parole giuste per fare bene i titoli nei media, per rappresentare le persone con disabilità nella comunicazione, per tutelare la dignità delle persone qualunque sia il loro orientamento sessuale e la loro identità di genere, alle parole giuste per una corretta informazione priva di pregiudizi su donne e sport. Sarà proprio quest'ultimo il tema centrale del terzo corso di formazione della stagione autunno-inverno 2019-20 organizzato da Giulia giornaliste Sardegna e dall'Ordine dei Giornalisti Sardegna, in collaborazione con il Dipartimento di Pedagogia, Psicologia, Filosofia dell'Università degli Studi di Cagliari, dal titolo "Donne e Sport - Riflessioni urgenti per una corretta rappresentazione mediatica" che si terrà mercoledì 11 dicembre 2019, nell'Aula Motzo della Facoltà di Studi Umanistici dalle 14 alle 17..
Il corso intende promuovere le linee del Manifesto "Media, Donne e Sport: idee guida per una diversa informazione" redatto da Giulia giornaliste e Uisp (Unione Italiana Sport per Tutti) per contribuire a realizzare cronache e interviste attente, consapevoli, corrette e libere da pregiudizi. Intervengono per i saluti istituzionali: Francesco Birocchi, presidente Odg Sardegna; Celestino Tabasso, presidente Assostampa Sardegna; Susi Ronchi, fondatrice di Giulia giornaliste Sardegna; Mario Frongia, presidente Ussi Sardegna (Unione Stampa Sportiva Italiana). Seguiranno i contributi di Elisabetta Gola, docente di Semiotica dei media (Unica), Mara Cinquepalmi, giornalista professionista (Agenzia di stampa Italpress e Atlante di Treccani), è autrice dell’ebook “Dispari, storie di sport, media e discriminazioni di genere”; Mimma Caligaris, presidente della CPO FNSI, caposervizio sport “Il Piccolo” e sportiva; Silvia Garambois, presidente Giulia giornaliste; l’avvocata Margherita Falqui, componente del gruppo di lavoro FIS (Federazione Italiana Scherma) per la stesura del codice anti-molestie; Federica Ginesu, giornalista, esperta di questioni di genere e sport; Veronica Baldaccini, cronista sportiva Sky; Chiara Obino, fra le prime dieci donne al mondo per le immersioni in apnea. Modera: Simona De Francisci, vicedirettrice Videolina. Ai giornalisti verranno riconosciuti 5 crediti deontologici.
Lo sport al femminile sta suscitando maggiore interesse, come dimostrato dai Mondiali di calcio 2019, quando “le ragazze mondiali”, le calciatrici azzurre, sono scese in campo la scorsa estate: audience da record su Rai1 e un’intera nazione a fare il tifo. Ma oltre al problema di una corretta rappresentazione nei media, le atlete italiane in Italia si scontrano con un forzato dilettantismo sportivo condannate da una legge datata 1981 che proibisce loro l’accesso al professionismo e tutto quello che ne consegue. Diritti negati, ma non solo. Una disparità di trattamento che si ripercuote anche nei compensi, le sportive agoniste percepiscono in media il 51,4 per cento in meno rispetto ai colleghi maschi. La poca attenzione alle gesta vittoriose delle sportive è uno degli elementi che alimenta la mancata parità tra uomini e donne nello sport.
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