Paura del cemento. E terrore che le coste sarde diventino cantieri edilizi. La petizione popolare lanciata dal Gruppo d'intervento giuridico (Grig) per difendere litorali e paesaggi ha già raccolto oltre novemila firme. Anche dall'estero con francesi, tedeschi e inglesi che scrivono di voler ritrovare la Sardegna delle vacanze appena trascorse e non una trasformata dal mattone. E ora c'è un nuovo appello.
È una corsa contro il tempo perché, avvertono gli ambientalisti, sta per 'sbarcare' nell'Isola un disegno di legge che "intende moltiplicare cemento e cubature edilizie, persino nella fascia più prossima al mare e nelle aree agricole". Le nuove firme che rafforzano la petizione sono accompagnate dai commenti.
"E tutti - spiega all'ANSA l'anima del Grig, Stefano Deliperi - ci dicono che vogliono una Sardegna senza cemento. Vengono qui solo per questo, altrimenti sceglierebbero altre mete. Con il ddl della Giunta Solinas si vuole andare contro la storia, tornare indietro di quarant'anni. Da altre parti cercano di eliminare le costruzioni esistenti, qui vogliono costruire". Tra i sottoscrittori dell'sos spiccano la giornalista scrittrice Ella Baffoni, l'ex ministro dei Beni culturali Massimo Bray, lo storico dell'arte Tomaso Montanari e tanti altri. Un messaggio in una bottiglia lanciato per salvare le coste prima dell'approvazione della legge in Consiglio regionale.
"Chiamiamo il mondo della politica, della cultura, dell'impegno civico della nazione a mobilitarsi perché le coste della Sardegna non vengano ulteriormente umiliate e ferite da disposizioni ad alto rischio di incostituzionalità", questo l'ultimo accorato appello degli ecologisti, perchè "tutelare l'ambiente, il paesaggio, la memoria vuol dire salvare il futuro delle persone".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA