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Palla de' Mozzi riscoperta,grazie Lirico

Palla de' Mozzi riscoperta,grazie Lirico

In sala le nipoti del compositore Marinuzzi, "emozione immensa"

CAGLIARI, 01 febbraio 2020, 12:57

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Tra il pubblico della "prima" in epoca moderna di "Palla de' Mozzi" di Gino Marinuzzi, anche tre ospiti speciali. In sala al Teatro Lirico di Cagliari, c'erano le nipoti del compositore, Donatella e Oretta Pierotti Cei e sua figlia, Valentina. E questa sera ad assistere all' Opera ci sarà il loro fratello, Fabio.
    "Vivo questa emozione col pensiero rivolto a mia madre, Lia.
    Era legatissima a suo padre, viveva nel suo mito - ha detto all'ANSA Oretta - devo dire un grande grazie al Teatro Lirico di Cagliari per averla riproposta. Mia madre ci parlava spesso di quest'opera. In casa appesa abbiamo ancora la locandina della 'prima' alla Scala nel 1932".
    Commossa sua figlia Valentina: "Finalmente ho avuto l'occasione di assistere alla rappresentazione di quest'opera - ha detto - un bellissimo regalo, non poteva che arrivare dalla Sardegna, una terra affascinante e ricca di cultura a cui siamo molto legati".
    A fare gli onori di casa il sovrintendente Nicola Colabianchi. "Cagliari apre la stagione con un' opera come Palla de' Mozzi, uno dei gioielli dimenticati del Novecento - ha sottolineato - l'opera è sempre stata accolta in passato in tutte le sue esecuzioni con un ottimo riscontro da parte della critica".
    Sul podio, Giuseppe Grazioli, specialista nel repertorio novecentesco, in particolare di Gino Marinuzzi. "Riproporre un'opera come Palla de' Mozzi è stato un gesto di estremo coraggio da parte del Teatro Lirico di Cagliari - ha detto all'ANSA Grazioli - è una sorta di monumento musicale da riscoprire e riproporre. A volte - ha argomentato - le opere cadono nell'oblio, per questioni storiche, politiche o legate a mode, tendenze e non certo per il loro valore musicale. E' una partitura carica di sorprese".
    "E' divertente lavorare su un'opera che è già stata eseguita ma di cui non si sa nulla - ha messo in risalto Giorgio Barberio Corsetti, che firma ala regia insieme con Pierrick Sorin - è un universo che si svela a ogni cambio di armonia. Un'opera con tanti colori e una grande ricchezza orchestrale".
   

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