Tra il pubblico della "prima" in
epoca moderna di "Palla de' Mozzi" di Gino Marinuzzi, anche tre
ospiti speciali. In sala al Teatro Lirico di Cagliari, c'erano
le nipoti del compositore, Donatella e Oretta Pierotti Cei e sua
figlia, Valentina. E questa sera ad assistere all' Opera ci sarà
il loro fratello, Fabio.
"Vivo questa emozione col pensiero rivolto a mia madre, Lia.
Era legatissima a suo padre, viveva nel suo mito - ha detto
all'ANSA Oretta - devo dire un grande grazie al Teatro Lirico di
Cagliari per averla riproposta. Mia madre ci parlava spesso di
quest'opera. In casa appesa abbiamo ancora la locandina della
'prima' alla Scala nel 1932".
Commossa sua figlia Valentina: "Finalmente ho avuto
l'occasione di assistere alla rappresentazione di quest'opera -
ha detto - un bellissimo regalo, non poteva che arrivare dalla
Sardegna, una terra affascinante e ricca di cultura a cui siamo
molto legati".
A fare gli onori di casa il sovrintendente Nicola
Colabianchi. "Cagliari apre la stagione con un' opera come Palla
de' Mozzi, uno dei gioielli dimenticati del Novecento - ha
sottolineato - l'opera è sempre stata accolta in passato in
tutte le sue esecuzioni con un ottimo riscontro da parte della
critica".
Sul podio, Giuseppe Grazioli, specialista nel repertorio
novecentesco, in particolare di Gino Marinuzzi. "Riproporre
un'opera come Palla de' Mozzi è stato un gesto di estremo
coraggio da parte del Teatro Lirico di Cagliari - ha detto
all'ANSA Grazioli - è una sorta di monumento musicale da
riscoprire e riproporre. A volte - ha argomentato - le opere
cadono nell'oblio, per questioni storiche, politiche o legate a
mode, tendenze e non certo per il loro valore musicale. E' una
partitura carica di sorprese".
"E' divertente lavorare su un'opera che è già stata eseguita
ma di cui non si sa nulla - ha messo in risalto Giorgio Barberio
Corsetti, che firma ala regia insieme con Pierrick Sorin - è un
universo che si svela a ogni cambio di armonia. Un'opera con
tanti colori e una grande ricchezza orchestrale".
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