Cala nell'Isola la domanda di giustizia amministrativa, ma resta pressoché invariato il "tesoretto" dei procedimenti pendenti che da circa trent'anni gravano sul Tar Sardegna, 2.465 nel 2019 contro i 2.622 dell'anno precedente. E' quanto emerge dalla relazione del presidente Dante D'Alessio alla cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario del Tribunale amministrativo regionale.
"Nel corso del 2019 - spiega il numero uno del Tar - proprio per rendere più immediato il servizio di giustizia sono state trattate con sollecitudine moltissime questioni riguardanti i ricorsi sollevati nel 2019 e nel precedente anno. Dalle statistiche si rileva che oltre il 25% dei ricorsi proposti nel 2019 sono stati definiti nello stesso anno e che quasi il 65% di quelli del 2018 sono stati chiusi entro il 2019".
In calo i ricorsi presentati: 930 lo scorso anno contro i 1.040 (seppure influenzati da una sessantina di istanze legate alle difficoltà d'avvio del processo telematico) del 2018 e i 1.057 dell'anno prima. Quelli definiti nel 2019 stati 1084, mentre l'anno precedente erano stati 1.319. "Il Tar è riuscito a dare un taglio al numero dei ricorsi arretrati: a fine 2019 erano 2.465", ha chiarito D'Alessio. Alla fine del 2018 ne pendevano 2.622. Diminuiscono anche le istanze in materia di accesso agli atti pubblici, da 56 a 36, e quelle per ottemperanza, da 119 a 78. Oltre il 15% dei ricorsi sono comunque legati al silenzio, all'accesso o all'ottemperanza di precedenti sentenze non applicate dalla pubblica amministrazione. Quelli riguardanti edilizia e urbanistica sono la parte maggiore: 189 pari a circa il 20%. Resta il problema dell'organico: da anni il Tar Sardegna lavora con due magistrati in meno.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA