"Chiudiamo tutto per quindici giorni". E' l'appello al governo contenuto in un videomessaggio lanciato dal sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, in cui si dice comunque soddisfatto della risposta dei cittadini alle prescrizioni imposte per contenere in contagio da coronavirus. "Ma non organizzate feste di compleanno nei parchi e non uscite se non per i motivi indicati dal governo", avverte il primo cittadino". Che poi rilancia. "Ora serve un ulteriore sforzo: chiudiamo tutto e lasciamo aperti solo gli esercizi per le necessità primarie". In tanti hanno già testimoniato con foto postate sui social le immagini di una città chiusa per emergenza coronavirus. Un esempio per tutti: piazza Yenne, da sempre punto di ritrovo per caffè, pizzetta o gelato, alle 18.30 era già deserta.
LE PRESCRIZIONI - "Bisogna fare uno sforzo ed entrare nello spirito della norma: evitare quanto possibile gli spostamenti nell'intero territorio, senza tentare di violare le prescrizioni. Bisogna uscire il meno possibile e cercare di cambiare le nostre abitudini". Così il prefetto di Cagliari, Bruno Corda, commentando all'ANSA le nuove misure varate dal governo per contrastare la diffusione del coronavirus. "Per gli spostamenti tra i vari Comuni bisogna compilare, o verrà compilata direttamente dalle forze dell'ordine, l'autocertificazione in cui si motiva lo spostamento.
Attenzione a non fornire dichiarazioni mendaci - avverte il prefetto - Nel caso in cui risulti falsa si rischiano due reati: la violazione dell'articolo 650 del codice penale, cioè non aver ottemperato a un ordine dell'autorità, e quella legata proprio alla dichiarazione mendace". Ci si può spostare per motivi di lavoro, di salute o per necessità, ad esempio per fare la spesa, ma sempre con l'autocertificazione in tasca. "La filosofia della norma non è di tipo sanzionatorio ma di collaborazione - sottolinea Corda - bisogna cercare di cambiare le proprie abitudini e interpretare la norma in maniera restrittiva in modo che questo sacrificio abbia natura temporanea. Si devono evitare gli assembramenti, e questo la settimana scorsa non è stato fatto, ridurre le uscite anche per fare la spesa comprando qualche cosa in più, ma senza eccessi: non ci sono problemi di approvvigionamento, non c'è alcuna ragione per farlo", chiarisce il prefetto.
QUARANTENA RETROATTIVA - Il presidente della Regione Sardegna Christian Solinas inasprisce le prescrizioni dell'ordinanza che prevedeva l'obbligo all'isolamento per i prossimi quattordici giorni per le persone in arrivo dalle zone rosse del nord Italia. Il nuovo provvedimento impone infatti l'isolamento anche a chi è arrivato nell'Isola nei quattordici giorni precedenti l'emanazione. L'inasprimento - fa sapere la Regione in una nota - è stato deciso dal governatore "preso atto dei numerosi trasferimenti avvenuti dalle Regioni della penisola, in alcuni casi da zone a rischio, generalmente nelle case al mare presso i comuni costieri della Sardegna".
I destinatari dovranno anche compilare un modulo con le generalità e la dichiarazione sull'osservanza di tutte le prescrizioni già indicato nella precedente ordinanza. Ma c'è di più: per dare attuazione a queste disposizioni, le compagnie aeree e navali, nonché le società di gestione degli scali, dovranno mettere a disposizione della Regione i nominativi e i recapiti dei passeggeri trasportati dal 24 febbraio scorso. Generalità che saranno inserite in un apposito database regionale utilizzato esclusivamente per le azioni di monitoraggio dei soggetti interessati nei quattordici giorni di isolamento, in collaborazione con le forze dell'ordine.
Nuove regole anche per il personale di equipaggio di navi e aerei e per autisti dei servizi navetta: non dovranno allontanarsi dalle strutture dove hanno pernottato fino alla ripartenza, evitando ogni contatto durante la permanenza nell'Isola. Gli autisti delle navette che trasferiscono gli equipaggi dovranno essere muniti di dispositivi di protezione personale come mascherine. L'ordinanza è valida fino al 3 aprile. "Con il provvedimento - ha detto Solinas - otteniamo il risultato di poter isolare i possibili soggetti positivi nelle loro abitazioni e di effettuare su di loro tutti i controlli necessari".
NESSUN FOCOLAIO NELL'ISOLA, VIRUS IMPORTATO - Al momento non esistono in Sardegna focolai autoctoni di coronavirus. Lo ha voluto sottolineare l'assessore della Sanità Mario Nieddu facendo il punto sull'emergenza nell'Isola. "Siamo stati in grado di ricostruire in tutti e 19 i casi di positività la catena di contagio e siamo ad oggi sicuri della derivazione dalle zone del Nord Italia", ha spiegato. Proprio all'esigenza di mantenere questa caratteristica che consente buone capacità di reazione e intervento della macchina regionale, si collega la richiesta reiterata di inserire nell'ultimo Dpcm del governo la chiusura del traffico aereo e marittimo in entrata nell'Isola per 20 giorni. "Il governo non ha accettato e ci ha fatto notare che si tratta di una misura eccessiva, che la Sardegna non è ancora una zona arancione. E io ho fatto presente che non vorremmo diventarlo", ha ricostruito Nieddu annunciando che il ministro Boccia ha comunque assicurato che "la richiesta sarebbe stata rivista e che ci avrebbero fatto sapere".
CENTINAIA IN ISOLAMENTO - Sono centinaia le persone in quarantena in Sardegna. Il dato è stato reso noto dall'assessore della Sanità Mario Nieddu. "Ad ogni contagio - ha spiegato - tutti i contatti riferibili vanno in quarantena". Ricordata la differenza tra isolamento fiduciario e quarantena sorvegliata. In quest'ultimo caso l'unità di crisi si attiva "attraverso il servizio del dipartimento di prevenzione a chiamare una o due volte al giorno per sapere quali sono le condizioni di salute". Ovviamente, i pazienti seguono una terapia "solo se sono sintomatici e prescritta da chi ha in cura il paziente, nessuna terapia se nono asintomatici". L'esponente della Giunta Solinas ha ribadito anche i punti dell'ultima ordinanza del presidente della Regione che impone la quarantena a chi arriva dalle zone del nord Italia più colpite dal contagio, e anche il fatto che in caso di mancato rispetto degli obblighi si può incorrere in sanzioni penali. E' successo ieri a Usini: "ho visto con piacere che i carabinieri hanno denunciato il pensionato che non si era autodenunciato", ha commentato Nieddu.
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