di Roberto Murgia
Fare il bagno in Sardegna non è vietato. Ma in acqua devono valere le stesse regole previste per la terra ferma. La Regione precisa meglio l'ordinanza adottata domenica notte sulle riaperture, compresa quella delle spiagge. "Gli arenili sono accessibili e si può entrare anche in acqua - ha chiarito oggi l'assessore del Demanio Quirico Sanna - ma sempre nel rispetto del distanziamento sociale di un metro tra una persona e l'altra". Insomma, almeno per quest'estate i bagnanti dovranno dimenticarsi alcuni tipici giochi d'acqua che prevedono il contatto fisico. L'esponente della Giunta di centrodestra guidata da Christian Solinas ha spiegato che si è "arrivati a queste conclusioni alla fine di un confronto con le altre Regioni costiere".
D'altra parte, fa notare viale Trento, l'ordinanza fa riferimento all'ultimo dpcm del Governo che non pone nessuna restrizione alla possibilità di nuotare. In particolare all'allegato 17 del decreto che riprende il documento della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome sulle attività turistiche, con preciso riferimento a stabilimenti balneari e spiagge. Sì ai bagni, dunque, sia accedendo all'acqua dalla spiaggia libera, sia dagli spazi in concessione ai balneari. Ancora da risolvere pienamente, invece, la questione dei controlli sul rispetto delle regole anti Covid-19. Perché, se negli stabilimenti è facile prevedere che saranno gli stessi gestori a verificare e garantire l'osservanza delle norme sugli accesi, il distanziamento, in mare e non, la situazione si complica nelle spiagge libere che in Sardegna rappresentano circa il 75% del totale.
L'allegato del dpcm si limita a "suggerire" la presenza di un addetto alla sorveglianza. Da parte sua, la Regione ha anticipato l'intenzione di chiedere al Governo "risorse umane per i controlli, ma anche finanziarie, perché i Comuni non possono e non devono affrontare una spesa senza avere le opportune risorse".
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