"Richieste eccessive da
parte della Procura, chiediamo una condanna equa e clemente".
Così in tribunale a Tempio Pausania la difesa dei genitori e
della zia del bambino di 11 anni segregato e maltrattato nella
casa di famiglia, una villetta ad Arzachena. Gli avvocati Marzio
Altana e Alberto Sechi hanno replicato alle richieste dei pm
Luciano Tarditi e Laura Bassani, che hanno sollecitato per i tre
imputati una condanna a 15 anni: 12 per il sequestro e 3 per i
maltrattamenti. Trattandosi di un processo con rito abbreviato,
le pene complessive si riducono a 10 anni. Secondo i difensori,
le responsabilità ammesse dai genitori andrebbero giudicate in
modo diverso rispetto alla confessione della zia, tenendo conto
di come si è sviluppata la vicenda. L'avvocato Altana, che
tutela il padre del bambino, ha spiegato al gip Marco Contu che
l'uomo avrebbe avuto un ruolo marginale: seppur consapevole
delle punizioni che venivano inflitte al figlio come metodo
correttivo, era di fatto esautorato dall'educazione del figlio,
su cui decidevano la moglie e la cognata. "I nostri assistiti
hanno riconosciuto le loro responsabilità e sono profondamente
addolorati per l'accaduto - spiega il legale - riteniamo che le
richieste dei pm siano eccessive e che i ruoli all'interno della
vicenda vadano distinti, ma abbiamo fiducia nelle decisioni che
assumerà il giudice".
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