Gli insegnanti precari tornano in piazza a Sassari per protestare sull'organizzazione del sistema scolastico nazionale in risposta all'emergenza covid-19 e in particolare per la difficile situazione dei docenti sardi e delle scuole dell'isola.
In centinaia questo pomeriggio si sono radunati in piazza Castello per la manifestazione nazionale in 60 città italiane.
"Noi del Coordinamento Precari Scuola Sardegna intendiamo inoltre tenere i riflettori accesi sulla situazione della scuola in Sardegna e dei docenti precari dell'Isola. Il problema del dimensionamento, che ha portato alla chiusura di centinaia di plessi, oggi non può più essere ignorato, è necessario che si ottenga una norma che tenga conto delle reali peculiarità territoriali della Sardegna, non solo a causa dell'emergenza", sostengono i portavoce del coordinamento, Maria Grazia Del Giudice e Andrea Faedda.
"Quanto alla didattica a distanza ribadiamo che sia stata uno strumento emergenziale e tale debba rimanere. Chiediamo che vengano riaperti i nidi, le scuole, le università e che lo si faccia interamente in presenza, a tempo pieno e in piena sicurezza per studenti, docenti e personale Ata".
Per i precari della scuola sarda le condizioni sono ancora più difficili: "Siamo in piazza anche per ribadire il nostro netto no all'attuazione della Call Veloce, sulla quale si lavora in questi giorni a Roma, poiché causerà la graduale sostituzione dei docenti precari sardi con docenti provenienti da altre regioni d'Italia", spiegano. "Noi invece chiediamo che i 5.000 precari sardi che in questi anni non hanno avuto la possibilità di abilitarsi e specializzarsi e quindi di partecipare a un concorso, siano formati e assunti in Sardegna. Questo può essere ottenuto utilizzando lo Statuto dell'Autonomia".
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