"Non prenotate i lunch box dell'Ersu del sabato e venite al sit-in di protesta: il pranzo ve lo offriamo noi". È la nuova protesta-provocazione degli Studenti universitari per mettere in chiaro alcuni problemi che, secondo gli utenti dei servizi dell'ente, devono essere ancora risolti.
"Lamentiamo- si legge in una nota- una riapertura solo parziale delle mense, con ancora nessuna certezza per il periodo che va da settembre a febbraio". E ancora: "A fronte del dimezzamento dei posti letto, già da inizio luglio, l'ente non ha ancora messo in campo alcuna soluzione. Nessuna notizia, ancora oggi, di un rimborso per i mesi di affitto e per i pasti detratti dalle nostre borse di studio, dei quali non abbiamo potuto usufruire per scelta dell'ente".
C'è anche un'altra "grana". "Nell'ultimo Cda, come in altre occasioni, l'ente si è mostrato disponibile a lasciare le case dello studente aperte ad agosto per gli studenti stranieri che non possono rientrare nei loro paesi a causa dell'emergenza e per chi ha tirocini o appelli nei mesi di agosto e settembre. Le mail di richiesta che sono state mandate nelle ultime ore hanno ottenuto risposte contrastanti: sarà l'ennesima promessa non mantenuta? Come possiamo tollerare che, con solo una settimana di tempo a disposizione, non siano state ancora state date(e rese pubbliche, tramite un canale ufficiale) informazioni chiare in merito?".
E poi la difesa dei più deboli: "Gli studenti con disabilità- accusano gli studenti- non hanno l'accompagnamento e il servizio di trasporto. Soprattutto il sabato e la domenica, non potendo cucinare autonomamente i pasti, si trovano ancora più in difficoltà a causa della chiusura della mensa".
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