di Stefano Ambu
La scuola il 22 settembre? No, al Marconi Buccari di Cagliari, istituto di istruzione superiore (nautico e indirizzo elettronico, informatico ed elettrotecnico) si viaggia a pieno ritmo già dall'1 settembre con i corsi di recupero per gli studenti che hanno preso sottogamba la didattica a distanza. E si sono ritrovati con una insufficienza in pagella da recuperare.
Un test che serve a capire - anche agli altri istituti - come saranno le lezioni a braccetto con il Coronavirus. I ragazzi vengono accolti nel cortile d'ingresso dai prof della prima ora.
Tutti con la mascherina, tutti distanziati. Poi la sanificazione. Infine un percorso obbligatorio da seguire che porta in aula. Una volta in aula gli studenti si accomodano nei banchi. Nella classe di Gigi Pittau, 45 anni, docente di italiano e giornalista, gli alunni sono cinque. "Nessuno - spiega all'ANSA - ha pensato alla scuola in estate. Tre mesi buttati: pensando all'economia, alla movida e ai turisti. Questo è il risultato per le famiglie sarde, per i docenti e gli studenti".
Ognuno si siede al suo posto. Senza compagno di banco. In pratica si accomoda nel banco doppio che c'è sempre stato. Ma da solo. Sì, perché al Marconi Buccari i banchi monoposto e a rotelle non sono ancora arrivati. Poi la lezione, il cambio dell'ora, la ricreazione. E infine l'uscita. Anche qui una novità. Non si va via dall'ingresso principale. "Contenti di essere tornati a scuola - spiegano i ragazzi - ma siamo un po' preoccupati per i trasporti. Sicuramente non sarà possibile mantenere le distanze. E allora perché tutto questo rigore a scuola se poi sul bus dovremo stare accalcati?".
Giuseppe Contini, 64 anni, docente da 37 anni al Marconi, manifesta qualche dubbio: "Stiamo provando ad iniziare - spiega all'ANSA - ci sono tante perplessità. C'è preoccupazione per la salute, come fa un genitore che lavora a seguire i figli? e sarà difficile evitare gli assembramenti sul bus".
Ma si continua: passione, voglia di trasmettere qualcosa ai ragazzi e di riallinearli dopo le difficoltà e la lontananza della Dad. Il Marconi Buccari ha preso la situazione di petto: persino il collegio dei docenti, che in quasi tutte le scuole si è svolto a distanza, è stato in presenza. Tutti a guardarsi negli occhi, anche se a distanza, per iniziare un nuovo anno scolastico. In trincea, anche contro il Covid. Tra gli ex alunni più prestigiosi del Marconi anche Giorgio Metta, nuovo direttore scientifico dell'Istituto italiano di tecnologia, noto come "padre" del robot iCub, l'automa che testa i passi avanti in Italia dell'intelligenza artificiale.
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