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Aras: ritorna in piazza la protesta dei lavoratori

Aras: ritorna in piazza la protesta dei lavoratori

Senza concorso per ingresso in Laore, 250 licenziati entro 2020

CAGLIARI, 07 settembre 2020, 11:30

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Con la ripresa delle attività del Consiglio regionale i lavoratori dell'Aras ritornano in piazza per una nuova mobilitazione fissata per giovedì 10 settembre davanti al palazzo dell'Assemblea sarda, mentre una delgeazione sindacale sarà presente anche davanti a Villa Devoto. A darne notizia la Uila e la Confederdia che affilano le armi per la battaglia dopo il commissariamento dell'associazione e l'avvio, agli inizi dell'anno, della procedura di licenziamento collettivo di tutto il personale dipendente, che si concluderà il 31 dicembre 2020, con la cessazione per i 250 lavoratori. La richiesta avanzata dai sindacati è sempre la stessa: dare attuazione alla legge regionale 3 del 2009, ribadita con la 47 del 2018 con l'assorbimento di questi lavoratori all'interno dell'Agenzia Laore attraverso un concorso riservato e un concorso pubblico per i dipendenti esclusi dalla condizioni previste dalla norma precedente.

"Nonostante la procedura di selezione sia stata impugnata davanti al TAR, che ancora non si è pronunciato,la legge di per sé è da considerarsi legittima, e di fatto immediatamente applicabile. Dunque troviamo inaccettabile il perdurare di questa fase di incertezza. Il rischio che si sta correndo è quello di abbandonare 250 famiglie e di privare gli allevatori sardi di un prezioso e fondamentale servizio - attacca la segretaria generale della Uila Sardegna, Gaia Garau - Non esiste una conflittualità tra i lavoratori ed èsia possibile trovare una soluzione che da un lato salvaguardi 250 i posti di lavoro, e dall'altro valorizzi professionalmente i dipendenti dell'Agenzia Laore".

Secondo Confederdia, "la mancata stabilizzazione dei lavoratori Aras comporterebbe dei danni indeterminabili sulla Misura 14 del Benessere Animale che riguarda oltre 10.000 aziende zootecniche e che fa arrivare agli allevatori sardi, circa 40 milionidi euro ogni anno. Ricordiamo inoltre che la chiusura del Laboratorio Aras ad Oristano, che assicura tutte le analisi del comparto ovicaprino, bovino (comprese analisi per la 3A di Arborea), analisi su formaggi, Agnello Igp, mangimi, etichette nutrizionali ecc., portrebbe ad un rischio enorme per le nostre produzioni casearie e zootecniche: è facile immaginare quale scenario disastroso si può determinare". I sindacati sollecitano anche un urgente incontro con i capigruppo e la Giunta regionale per avere rassicurazioni sulla chiusura di questo percorso.
   

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