Il festival Life
After Oil dedicato ad ambiente e diritti umani ha i suoi otto
vincitori. La settima edizione della manifestazione di
cinematografia indipendente ideata e diretta dal regista
Massimiliano Mazzotta, si è chiusa a Santa Teresa Gallura con la
cerimonia di premiazione delle opere nelle diverse categorie.
Navantasette i film in concorso, tra corti, medi e
lungometraggi.
A conquistare il premio Giuseppe Ferrara è stato, come
miglior lungometraggio della sezione ambiente, il documentario
"Kiruna - A Brand New World" della ceca Greta Stocklassa.
Racconta di una città svedese costretta a spostarsi a causa
degli effetti dell'estrazione del ferro. Per quanto riguarda la
sezione diritti umani il premio è andato al lavoro d'inchiesta
firmato dalle sorelle olandesi Ilse e Femke Van Velzen "Prison
for Profit", su un carcere di massima sicurezza in Sudafrica
gestito da privati. Nella nuova categoria dei mediometraggi ha
vinto "The Bajos Won't Celebrate" dell'iracheno Tariq Akreyi,
storia dei membri di una famiglia sopravvissuta a un attacco
dell'Isis.
Numerosi i cortometraggi in concorso. Tra quelli legati
all'ambiente la giuria ha premiato "Oro blanco" dell'argentina
Gisela Carbajal Rodríguez, per i diritti umani il georgiano
"Prisoner of Society" diretto da Rati Tsiteladze. Racconta la
vicenda di Adelina, transgender reclusa in casa. Grazie alla
visibilità del corto, che ha girato diversi festival, le cose
per lei sono cambiate come svelato dal video-messaggio di
ringraziamento inviato a Life After Oil dalla produttrice: ora
Adelina abita in Austria e ha iniziato una nuova vita.
A completare il palmares altre tre categorie. Per quella
World Panorama a tema libero la scelta della giuria è caduta su
"Sticker" del macedone Georgi M. Unkovski. Quella d'animazione è
stata vinta da "O Peculiar Crime do Estranho Sr. Jacinto" del
portoghese Bruno Caetano e quella sperimentale da "Hide & Seek"
del cinese Qunxiang Lin.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA