A Natale, artigianato alimentare sardo di qualità per sostenere imprese, lavoro e territori. E' l'appello lanciato da Confartigianato che ricorda come nell'isola operino 3.523 "artigiani del gusto" con oltre 10mila addetti. Pane, pasta, carni, salumi, formaggi, verdure, ortaggi, frutta e, soprattutto, dolci e vini, distillati e bevande. Sono questi alcuni dei prodotti dell'immenso "giacimento" della food economy della Sardegna che, in particolare sotto le festività di Natale, nonostante la crisi, finiranno sulle tavole delle famiglie sarde. Tutto questo, lo scorso anno valse 378milioni di euro e quest'anno sarà difficile bissare quel risultato.
Ad affermarlo sono i dati dell'Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna che, nel dossier "Food economy di MPI e artigianato alimentare nel 2020", ha rapportato i consumi dell'anno scorso con l'andamento delle vendite di quest'anno e rielaborato i dati di Istat,UnionCamere-Infocamere e Ministero delle politiche agricole, su imprese e produzioni alimentari e consumi delle famiglie nell'ultimo anno. Un settore con una importante offerta enogastronomica di 8 prodotti DOP, IGP e STG, ben 214 prodotti "tradizionali", e una capacità export che sfiora i 100 milioni di euro all'anno.
"Il Decreto legge del Governo, purtroppo, condizionerà pesantemente l'attività anche delle imprese artigiane dell'agroalimentare della nostra Isola che, proprio durante le festività natalizie, realizzano gran parte del loro fatturato - commentano Antonio Matzutzi e Daniele Serra, presidente e segretario di Confartigianato Imprese Sardegna - comprendiamo l'esigenza di dare priorità alle misure di contenimento del contagio ma auspichiamo che l'Esecutivo metta in campo le risorse adeguate per compensare l'impatto delle disposizioni su tutti i settori. Siamo consapevoli che la nostra food economy subirà un pesante colpo dalla chiusura di ristoranti, pizzerie, bar e delle altre attività connesse, anche per la limitazione della circolazione delle persone - continuano Matzutzi e Serra - una 'voragine' che potrebbe essere in parte compensata dai consumi delle famiglie sarde che, comunque, si apprestano a festeggiare in famiglia. Per questo - sottolineano - l'invito ad acquistare prodotti agroalimentari sardi, soprattutto quelli artigianali, nelle botteghe di quartiere, che da sempre garantiscono requisiti di sostenibilità, circolarità ed eticità".
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