"Le condizioni di lavoro e il
livello di cura ed assistenza sono e restano i macro temi sui
quali purtroppo poco o nulla è stato fatto. E quel poco non ha
sortito alcun effetto". I sindacati della sanità sassarese
alzano i toni della protesta e rivolgono un ultimatum ai vertici
di Ats, Aou e assessorato regionale della Sanità: o vengono
ascoltati e si risolvono i problemi, o sarà sciopero.
Al termine della riunione dell'attivo unitario che si è svolta
oggi nella sede della Cgil, i segretari territoriali Toto
Terrosu e Antonio Canalis (Fp Cgil), Antonio Monni e Gianmario
Sardu (Cisl Fp) e Dario Cuccuru (Uil Fp) spiegano le ragioni
della protesta: "Manca una vera programmazione che intervenga
sulla corretta gestione delle risorse umane a titolo di rapporto
tra personale e pazienti. Gli organici continuano a essere
insufficienti e i carichi di lavoro sempre più gravosi,
soprattutto nelle unità operative di emergenza/urgenza, medicina
e unità covid", accusano i sindacati.
"A breve il sistema sarà chiamato a garantire una campagna
vaccinale a tutta la popolazione, ci domandiamo come e con quali
risorse umane si potrà garantire una simile e complessa
operazione. Nel frattempo la vaccinazione per i volontari delle
ambulanze e gli studenti universitari di infermieristica che
ogni giorno circolano in ospedale e nel territorio non è stata
eseguita" continuano, rimarcando come queste falle si
ripercuotano direttamente sull'utenza, così come la
disorganizzazione della sanità territoriale e la mancata
valorizzazione delle competenze. Per questi motivi i sindacati
lanciano l'ultimatum alle direzioni aziendali e alla Regione:
"dieci giorni di tempo per ricevere riscontro alle richieste
sindacali e soprattutto una convocazione del tavolo per
risolvere le numerose problematiche". O così o sarà
mobilitazione generale con una giornata di protesta entro la
fine del mese.
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