Numerose le sentenze che hanno coinvolto ex consiglieri regionali, finiti sotto la lente d'ingrandimento della Corte dei Conti per l'uso dei fondi destinati ai gruppi. Ma non solo. Anche tante decisioni su corruzioni, danni d'immagine degli enti pubblici causati da dipendenti infedeli, ma anche truffe legate all'uso di fondi ministeriali ed europei.
È quasi 'miracoloso' il lavoro svolto dalle Sezioni giurisdizionale e di controllo della Corte dei Conti della Sardegna, oltre che della locale Procura regionale, reso possibile grazie al sacrificio di magistrati e personale amministrativo, se si tiene conto degli enormi problemi di organico che hanno colpito di recente le sezioni sarde.
La Procura nel corso del 2020 ha definito 1.592 procedimenti, a fronte di 797 nuovi fascicoli, con 62 atti introduttivi per oltre 33,5 milioni di euro di danni erariali contestati.
È quanto emerso nella cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario della Corte dei conti, questa mattina a Cagliari, segnata - in questa stagione oltre che dai problemi legati alla pandemia da Covid - anche dai posti ancora vacanti che pesano sul lavoro degli uffici: manca ancora il procuratore, ora sostituito dalla facente funzioni Susanna Lai, che però potrebbe essere presto spostata, e un ufficio inquirente che rischia di restare con un solo magistrato a coprire l'intero carico di lavoro.
Nella relazione della presidente della sezione giurisdizionale Donata Cabras, con presenti le autorità militari e politiche locali, spiccano le 321 sentenze pronunciate nel corso del 2020, 39 (35 di condanna) delle quali in materia di responsabilità erariale per svariati milioni di euro.
"I risultati raggiunti al termine di un anno così difficile e complicato - ha detto la procuratrice facente funzioni - appaiono complessivamente soddisfacenti. Il già gravissimo grado di scopertura raggiunto è destinato, peraltro, ad approdare a una soglia impensata a seguito della formalizzazione dell'assegnazione della sottoscritta alla sezione regionale del controllo a partire dall'1 aprile".
Necessario, dunque, intervenire sulla pianta organica dei magistrati. "Altrimenti non solo non potrebbero essere assicurati gli standard, anche qualitativi - ha concluso - ma sarebbe oltremisura problematico garantire un minimo di funzionalità".
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