Casadinas, ricottine, tiliccas e pardule. Ma la protagonista della Pasqua dolciaria sarda sarà la colomba. Seconda resurrezione in lockdown per le imprese artigiane della Sardegna. Ma saranno feste meno amare rispetto a un anno fa: secondo Confartigianato il giro d'affari sará superiore al 2020. Buone le aspettative. "Dall'interesse e dagli ordini che le nostre aziende dolciarie associate hanno registrato in questi giorni di avvicinamento alla Pasqua - commenta Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna - torna a farsi largo sulle tavole di queste festività la qualità artigiana sarda, a partire dai dolciumi, passando per tutta l'ampia gamma di prodotti regionali come i salumi, i formaggi, la birra solo per citare i più ricercati".
Secondo l'Ufficio Studi dell'associazione, il sistema regionale del settore dolciario registra 774 imprese di pasticceria e gelateria nelle quali lavorano 1.819 addetti, un comparto caratterizzato da un elevata vocazione artigianale, con oltre 542 aziende artigiane che rappresentano il 70,1% del totale. "Rispetto alla Pasqua del 2019, l'ultima pre-Covid - sottolinea il segretario di Confartigianato Imprese Sardegna, Daniele Serra - tra i dolci da forno che finiranno sulle mense imbandite tricolori si registra un aumento del fai-da-te, testimoniato dal boom nelle vendite di farina, lievito e preparati dolciari".
"E anche se molti compereranno i prodotti industriali, rispetto al drammatico 2020 quest'anno - annuncia Serra - sono destinate a impennarsi, come sostengono gli esperti, le vendite di dolci artigianali, sostanzialmente azzerate lo scorso anno dalle restrizioni imposte a pasticcerie, cioccolaterie, gelaterie. Ripartono anche le produzioni artigianali di uova di cioccolato, l'anno scorso ridotte al lumicino".
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