Colpito a bruciapelo di lato, sul profilo destro, tra la tempia e la guancia, dove è rimasto il segno della bruciatura. È l'unico elemento emerso con certezza dall'autopsia eseguita questo pomeriggio a Nuoro dal medico legale Vindice Mingioni sul corpo di Francesco Dessena, l'allevatore di 77 anni di Nule freddato lo scorso 6 maggio nei suoi terreni, a qualche chilometro dal centro abitato.
Lo stato di devastazione della scatola cranica e l'assenza di ogive al suo interno non ha reso possibile stabilire se all'uomo siano stati inferti uno o più colpi di fucile, né di che tipo, anche se la ferita prodotta lascia presumere che si tratti di pallettoni. Il fatto che sia stato colpito lateralmente non risolve il dubbio su quante persone abbiano partecipato a quell'agguato in pieno giorno, quasi sicuramente prima delle 18, né conferma l'ipotesi - sin qui avanzata dagli investigatori sulla base di altri elementi - che Dessena sia stato giustiziato mentre era inginocchiato a terra, come in un'esecuzione di matrice mafiosa.
Dopo l'esame necroscopico, il sostituto procuratore di Nuoro Giorgio Bocciarelli, che coordina le indagini del reparto operativo del comando provinciale di Sassari e della compagnia di Bono, ha disposto la restituzione della salma ai familiari, che oggi avevano chiesto tramite l'avvocato Ivano Iai che sulle indagini cali il silenzio stampa, per rispetto nei confonti della famiglia e per non inficiare l'attività degli investigatori. Domani alle 11 nella chiesa del paese si celebreranno i funerali dell'allevatore, la cui uccisione resta tuttora un mistero senza movente e senza autore.
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