Sette persone arrestate, 61 denunciati, 1.120 reperti archeologici sequestrati tra quali spiccano 259 oggetti di eccezionale interesse storico-culturale risalenti alle epoche nuragica, greca, magno greca, punica e romana, recuperati grazie alla segnalazione fatta dagli attuali proprietari che li avevano ereditati. Sono i numeri di un anno di attività svolta dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cagliari.
Un 2020 segnato dalla pandemia ma che non ha rallentato l'attività degli specializzati dell'Arma sul fronte della tutela del patrimonio artistico e storico della Sardegna. Lo confermano i 25 sopralluoghi fatti in musei e biblioteche, i 400 controlli in aree archeologiche e i 200 in zone sottoposte a vincolo paesaggistico. Sul fronte dei crimini si registra un lieve aumento dei furti sia di beni culturali che di oggetti trafugati. Aumentati anche gli oggetti sequestrati passati da 451 nel 2019 a oltre 1.120 nel 2020.
Particolarmente importante il sequestro condotto a Cagliari scattato a seguito della segnalazione da parte di alcuni privati che avevano ricevuto in eredita 259 reperti archeologici. I carabinieri hanno effettuato un controllo della collezione insieme agli esperti della Soprintendenza che ha permesso di scoprire che alcuni oggetti presenti nella 'raccolta' non erano stati denunciati, mentre altri erano scomparsi. Tutti i reperti sono stati sequestrati e saranno analizzati dalla Soprintendenza che cercherà di stabilire epoca e autenticità e torneranno nella proprietà dello Stato. Di particolare pregio, nella collezione, una navicella nuragica con protome taurina, tre contenitori per liquidi con forme di ariete e bovino di provenienza greca, sei brocche e due coppe a vernice nera con figure rosse di provenienza greca; due ceppi ancora perfettamente conservati con iscrizioni in latino e greco; tre coppe a figure nere di età greca, un vaso dauno magno greco ed un vaso con occhio dipinto di epoca fenicio-punica.
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