Manifestazione a Cagliari di fronte all'ex istituto penitenziario di Buoncammino: l'associazione radicale "Diritti alla Follia" ha depositato sabato scorso una petizione in Consiglio regionale, sostenuta da 180 firme di residenti in Sardegna, per chiedere subito la nomina nell'Isola del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale. Una indicazione attesa da dieci anni. "Si tratta - spiegano i promotori - del primo importante passo di una battaglia che si preannuncia lunga e che ha trovato oggi il sostegno di consiglieri regionali, dei quattro Garanti comunali nominati in Sardegna, di consiglieri comunali di Cagliari e Nuoro e delle associazioni impegnate nella promozione e tutela dei diritti fondamentali".
Davanti all'ingresso dell'ex carcere di Buoncammino è stata illustrata la petizione. "Dopo 10 anni dalla legge regionale, è urgente - sottolinea Cristina Paderi, presidente dell'associazione Diritti ala Follia - la nomina di una figura che possa svolgere con continuità quell'azione di monitoraggio nei confronti di ogni restrizione della libertà personale, ivi comprese quelle 'sanitarie' e quelle che riguardano gli immigrati, che il Garante nazionale svolse nel giugno 2019. Leggere ora quel rapporto, reso clandestino alla comunità sarda, dá il senso del cammino da compiere. I consiglieri regionali presenti hanno preso l'impegno di 'fare propria' la petizione che abbiamo depositato. Li ringraziamo e continueremo a seguire l'iter di questa approvazione". Il riferimento è a un documento lungo 23 pagine che fa seguito a una visita del Garante nazionale a case di reclusione, ospedali e altre strutture sarde. Un report che evidenziava già all'epoca diverse criticità.
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