Romanzesu di Bitti, Santu Antine di
Torralba, Monte Prama di Cabras, Su Tempiesu di Orune, Cuccurada
di Mogoro: sono soltanto alcuni dei 40 siti monumentali della
civiltà nuragica raffigurati in altrettanti pannelli in mostra,
da oggi fino al 6 ottobre prossimo, nelle principali attività
commerciali e artigiane di Bitti per iniziativa
dell'associazione "La Sardegna verso l'Unesco", che si batte per
il riconoscimento dei monumenti dell'età nuragica come
patrimonio dell'umanità.
Allestita con la collaborazione del Comune, della Cooperativa
"Istelai" e degli artigiani e commercianti bittesi, la
carrellata di foto si concentra su nuraghi, tombe dei giganti e
pozzi sacri scelti per la loro monumentalità e la loro
importanza. L'esposizione, dopo essere stata ospitata nelle
principali città della Sardegna e in numerosi centri dell'Isola,
approda così anche nel cuore dell'Unione dei Comuni del
Montalboche, oltre Bitti, comprende Lula, Onanì, Lodè,
Siniscola, Torpè, Posada, Osidda e Orune.
Questa mattina, alla conferenza stampa di presentazione,
erano presenti Michele Cossa e Roberto Deriu, soci fondatori de
"La Sardegna verso l'Unesco", la dottoressa Maria Ausilia Fadda,
archeologa, componente del comitato scientifico
dell'associazione ed ex direttrice del centro operativo di Nuoro
per la Soprintendenza Archeologica per le province di Sassari e
Nuoro, il sindaco di Bitti, Giuseppe Ciccolini, e la sindaca di
Lodè, Antonella Canu.
L'Unesco a Bitti è di casa. Il paese è infatti famoso in
tutto il mondo per i suoi gruppi di canto a tenore, espressione
musicale arcaica riconosciuta nel 2005 tra i patrimoni orali e
immateriali dell'umanità. Il "sigillo" dell'organizzazione delle
Nazioni Unite riguarda anche il versante ambientale: Bitti è uno
dei 17 Comuni che fanno parte della Riserva di Biosfera
"Tepilora, Rio Posada e Montalbo" riconosciuta dall'Unesco nel
2017.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA