Uno sguardo sulla violenza di genere, sulla ferocia del Femminicidio in un excursus che attraversa il '900 per arrivare alle più recenti cronache.
Giovanni Coda ritorna sul set, tra novembre e dicembre, per le riprese del nuovo film, "La sposa nel vento". Al via il casting.
Lo sguardo del regista cagliaritano si posa su un tema attuale, "frutto di una cultura maschilista, di uno squilibrio di potere tra i generi" e di cui è utile parlare", sottolinea Francesco Montini della Movie Factory Roma che produce il film. L'uscita sarà primavera del 2022. E' l'ultimo capitolo della trilogia sulla violenza di genere. Arriva dopo i pluripremiati "Il Rosa Nudo", sulla persecuzione nazista contro gli omosessuali e "Bullied To Death", sul cyberbullismo omofobo.
"Un cinema militante con uno sguardo d'autore rivolto ai temi dei diritti civili dove convivono sperimentazione e ricerca documentaria e si intrecciano i linguaggi del cinema, fotografia, musica, danza, arte visuale", ha sottolineato Nevina Satta, direttrice Sardegna Film Commission che sostiene il progetto. "Una storia dura, potente e trasversale - spiega Coda - si ispira a tante storie di donne di culture e origini diverse unite da un messaggio di denuncia e allo stesso tempo di speranza". Da Antonia Mesina, la giovane di Orgosolo uccisa mentre si opponeva a un tentativo di violenza sessuale e beatificata nel 1987 da Giovanni Paolo II, alle tante storie di donne sarde e italiane "ferite, schiavizzate, torturate, violentate, uccise - fisicamente, mediaticamente, socialmente - da uomini ma anche e soprattutto da una società cieca, chiusa in schematismi di potere. Il Femminicidio è una pandemia. In Italia ogni 48 ore, una donna viene uccisa", aggiunge Coda che ambienta la storia in un futuro prossimo e una data simbolica: il 25 novembre 2022.
Frammenti di vita vissuta si intrecciano a testimonianze di grandi donne come Tina Modotti, Gerda Taro, Diane Arbus, Francesca Woodman e Frida Khalo. Da Orgosolo il set si sposta in tutte le province sarde, Quartu Sant'Elena, Carbonia, il Montiferru tra le tappe. "Un film 'cinefotografico' - annuncia Coda -, sintesi di dieci anni di ricerca visuale e cinema sperimentale".
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