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Chimica verde al palo, stato agitazione operai Eni P.Torres

Chimica verde al palo, stato agitazione operai Eni P.Torres

Volantinaggio Cgil-Cisl-Uil, riprendere investimenti e attività

PORTO TORRES, 24 novembre 2021, 13:39

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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I lavoratori degli stabilimenti industriali del gruppo Eni di Porto Torres sono in stato d'agitazione per protestare contro la limitazione delle attività negli impianti e per reclamare la ripresa degli investimenti sulla "Chimica verde". Stamattina davanti ai cancelli dello stabilimento le segreterie territoriali di Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato un volantinaggio per esporre le ragioni e le richieste dei lavoratori.

"Lo scorso ottobre 2020 abbiamo manifestato e scioperato per rivendicare la ripresa delle attività di manutenzione dopo il lockdown per Covid-19. La condizione dei lavoratori degli appalti è nel frattempo peggiorata, aggravata dalle scelte irresponsabili del gruppo Eni. Cambio appalti, spezzettamento delle commesse, frammentazione degli affidamenti, contrazione delle risorse disponibili hanno indebolito e impoverito tutti i lavoratori, molti sono fuoriusciti dallo stabilimento, altri rischiano di non potervi rientrare. Su tutti questi temi non abbiamo ricevuto risposte", spiegano i sindacati.

In generale, sostengono, "occorre continuare a rivendicare la ripresa degli investimenti sulla Chimica verde, i soli capaci di dare certezza alla complessiva tenuta dello stabilimento e dare seguito alle Bonifiche del sito. Il governo convochi Eni e Novamont e li costringa ad avviare la terza fase del progetto. La presidenza del Consiglio deve intervenire, le istituzioni politiche locali e regionali devono essere al nostro fianco".

Richieste e denunce alle quali si unisce anche il sindaco di Porto Torres, Massimo Mulas: "La bozza del Dpcm sul phase out mette il nostro territorio in una posizione di marginalità e irrilevanza. Da una parte rischiamo di vedere compromessa l'unica attività produttiva e industriale del territorio, dall'altra registriamo che le maestranze locali continuano a non ottenere tutele dalle aziende continentali che prendono lavori nell'area". 
   

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