Il welfare in Sardegna rischia di chiudere per costi da Covid. È l'allarme lanciato dalle associazioni della cooperazione sociale. Appello alla Giunta e al Consiglio regionale in vista della Finanziaria: si facciano carico - si legge in un sos firmato da AGCI Solidarietà Sardegna, Confcooperative Federsolidarietà Sardegna e Legacoopsociali Sardegna - delle difficoltà di chi è in prima fila nell'assistenza dei più fragili e occupa 6000 lavoratori. Il welfare in Sardegna mette insieme 450 strutture che accolgono e danno assistenza ogni giorno a circa 10mila persone.
Gli operatori (dagli ausiliari, agli oss, educatori, psicologi, infermieri e medici sino ai direttori responsabili delle strutture) sono circa 6.300. Il Covid costa: dall'adeguamento delle strutture alle spese sostenute per gli strumenti di protezione individuale o di gruppo.E ora le imprese non ce la fanno più: "Facendo i conti, infatti, emerge che se si è obbligati a fare un tampone antigenico a settimana per tutto il personale di ciascuna struttura e se si deve fornire a ciascun lavoratore un set adeguato di DPI e strumenti di igienizzazione degli ambienti e della persona, si arriva in Sardegna ad un costo di poco inferiore ai 10 milioni di euro".
A questi costi - secondo i conti delle Coop - vanno sommati quelli relativi al costo del lavoro straordinario che devono sopportare le imprese per il tempo (in media un'ora almeno una volta alla settimana) che impiega ciascun lavoratore ad effettuare il tampone e riprendere il proprio posto in azienda: considerando un costo del lavoro molto basso pari a 19 euro pro capite, si arriva per 4 volte al mese e 12 volte all'anno a un ulteriore costo complessivo di oltre 7 milioni di euro. Ora l'sos alla Regione.
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