DI MARIA GIOVANNA FOSSATI
Da quando ha compiuto la maggiore età, Maryna Babych, originaria di Cherkassi, una grande città al centro dell'Ucraina, ha sognato di diventare cittadina italiana. Ma c'è riuscita solo dopo 20 anni dal suo trasferimento a Sarule, il paese in provincia di Nuoro che l'ha adottata e che lei considera ormai la sua casa, quando di anni ne sta per compiere 30. Mai avrebbe immaginato che la gioia per questa meta conquistata sarebbe arrivata in un momento così drammatico per il suo Paese, in guerra per difendere i propri confini dall'invasione russa. Maryna ha giurato questo pomeriggio davanti al sindaco Paolo Ledda. Una cerimonia tra l'emozione per il traguardo appena raggiunto e la sofferenza per la sua gente.
"Sono molto scossa per quello che sta succedendo in Ucraina, dove ho due nonne alle quali sono molto legata, una zia e la mia amica di infanzia, le chiamo tutti i giorni nella speranza che stiano bene - racconta all'ANSA Maryna - Avrei preferito che il lasciapassare della Prefettura per il giuramento mi fosse arrivato in un momento più felice, ma è andata così e mi considero comunque fortunata per essere diventata italiana". La vita da cittadina ucraina in Sardegna per lei, arrivata a Sarule a 11 anni insieme al fratello per ricongiungersi con la mamma, non è stata sempre facile e quel mancato certificato di cittadinanza a 18 anni le ha impedito di realizzare il sogno della sua vita.
"Ho frequentato l'Istituto Tecnico Aeronautico di Nuoro - spiega - e subito dopo la maturità volevo arruolarmi e diventare pilota. Quando ho cercato di darmi da fare per avviare le pratiche, mi è stato detto che avrei potuto avere la cittadinanza se mi fossi sposata qui in Italia, avessi avuto un bambino, oppure un certo reddito per tre anni di fila. A 18 anni era duro avere uno di questi tre requisiti, così solo negli ultimi tre anni ho ottenuto la cittadinanza grazie al reddito, nel frattempo però ho dovuto accantonare i miei sogni e ho sempre lavorato come barista".
A Sarule Maryna vive con il compagno, e ha vicino suo fratello e sua mamma, mentre il resto della famiglia si trova in Ucraina. "Sono molto preoccupata per le mie nonne - confessa - quella paterna dovrebbe essere più al sicuro perché vive in un piccolo paesino, mentre mia nonna materna vive a Chercassy, la mia città, che è stata oggetto di forti bombardamenti nei giorni scorsi. Passa la notte nei rifugi e io sono in apprensione. Penso che questa sia una guerra dei poteri forti, a nessuno interessa di noi ucraini - denuncia la giovane donna - E' importante che il presidente Zelensky dia sostegno al popolo, che vuole combattere, ma abbiamo come nemico una potenza mondiale e io ho molta paura. In tutto questo mi commuove la solidarietà delle persone che aiutano i miei connazionali". Oggi l'abbraccio di un'intera comunità con le parole commosse del sindaco: "Siamo orgogliosi che tu abbia scelto la nostra cittadina come nuova casa dove vivere".
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