Sessantasei sindaci e altrettanti Consigli comunali, sindacati e associazioni di categoria. Tutti riuniti oggi a Sassari per chiedere alla Regione e all'Eni di mantenere gli impegni presi sullo sviluppo della cosiddetta "Chimica verde" nel polo industriale di Porto Torres.
Questa mattina al Teatro comunale si sono riuniti tutti i rappresentanti locali, compresi i consiglieri regionali e i parlamentari eletti nel territorio. Mancava solo il presidente della Regione, Christian Solinas, che ha dovuto disdire la presenza per altri impegni istituzionali, ed era rappresentato alla maxi riunione dall'assessora regionale dell'Industria, Anita Pili.
"Serve una svolta. Non è più il tempo degli impegni, è il tempo dei fatti", ha detto nel suo intervento Massimiliano Muretti, segretario della Cgil sassarese con delega all'Industria.
"Questo territorio i fatti li ha già prodotti con la caparbietà dei sindaci, delle organizzazioni sindacali, delle associazioni datoriali, della Provincia. Ora i passi concreti devono essere compiuti nelle sede che hanno capacità decisionale, alla Regione e al Governo".
Le rivendicazioni del nord ovest Sardegna riguardano l'attuazione del Protocollo d'intesa sulla Chimica verde siglato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, il 26 maggio 2011, e a oggi attuato solo parzialmente. Un'intesa che nelle intenzioni avrebbe dovuto riconvertire gli impianti industriali ex Enichem di Porto Torres in un moderno polo della chimica bio sostenibile. Dopo 11 anni, però, dei sette impianti previsti ne sono stati costruiti solo due, e l'intero programma resta in un limbo.
"Per dare corso alla cosiddetta terza fase e riavviare gli investimenti occorre un impegno straordinario del Governo regionale e nazionale e della Presidenza del Consiglio, alla presenza dei sottoscrittori del Protocollo del 2011, richiamando l'Eni alle sue responsabilità", ha affermato il segretario territoriale della Cisl di Sassari, Pier Luigi Ledda.
Ora la palla passa a Regione, Eni e Governo per dare le risposte che il nord ovest della Sardegna aspetta da oltre dieci anni.
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