Dai ricercatori dell'Università di Cagliari arriva Active Label, l'"etichetta intelligente". Piccola, di dimensioni inferiori a un centimetro quadro, ma in grado di fornire molte informazioni. Ad esempio può individuare le variazioni della temperatura nel tempo e rende possibile la verifica delle condizioni di trasporto e stoccaggio. Ovvero può rilevare se è stato rispettato l'intervallo di temperatura ottimale di conservazione di un determinato materiale edibile o sensibile alla temperatura. Questo permette di certificare la qualità e la sicurezza del prodotto confezionato, consentendo anche di ricalcolare la data di scadenza del bene per evitare o limitare gli sprechi.
Al team di ricercatori cagliaritani guidati da Carlo Ricci (coordinatore scientifico), con i docenti Carlo Maria Carbonaro e Daniele Chiriu e i junior researcher Jessica Satta, Andrea Pinna e Giacomo Cherchi, può contare su un investimento di 210 mila euro nell'ambito dei contratti denominati "Proof of concept" (Poc) finanziati da Eureka! TT srl, una startup innovativa che agisce come società del Fondo "Eureka! Fund I - Technology Transfer". Il percorso si chiude ad agosto e può essere rifinanziato fino a un milione di euro.
"Il team di Active Label è forte e motivato - commenta Fabrizio Pilo, prorettore Territorio e Innovazione - E garantisce il pieno raggiungimento dei risultati in un contesto, ad esempio nella filiera agroalimentare, ricco di prospettive di mercato e in attesa di nuove idee per innovarsi. L'ateneo - spiega - ha accettato la sfida di Eureka ed è stato in grado di trovare le modalità per utilizzare capitali esterni per il trasferimento tecnologico. Abbiamo un gran numero di Poc che spero possano presto seguire agevolmente le orme di Active Label".
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