È iniziato oggi in Corte d'appello a Sassari l'esame della nuova perizia disposta dai giudici sul Ciclone Cleopatra, nell'ambito del processo di secondo grado per la morte di sei persone, travolte dall'inondazione che il 18 novembre 2013 devastò Olbia e che vede imputati l'allora sindaco Gianni Giovannelli, e i dirigenti del Comune gallurese Gabriella Palermo, Antonello Zanda, Giuseppe Budroni, tutti assolti in primo grado dalle accuse di omicidio colposo plurimo e disastro colposo.
La nuova perizia, redatta dagli ingegneri genovesi Luca Ferrari, Marina Morando e Luca Molina, conferma le conclusioni della prima perizia, firmata dal geologo Alfonso Bellini ma poi archiviata perché lo studioso, per motivi di salute, non ha potuto completare l'esposizione in aula.
Secondo i periti nominati dalla Corte, che nelle 84 pagine della loro relazione hanno risposto a 10 quesiti, l'alluvione di nove anni fa non può essere classificata come evento eccezionale e non prevedibile. "Gli eventi meteorologici come quello del 18 novembre 2013 sono senz'altro molto particolari e si possono verificare al presentarsi nello stesso tempo di determinati fattori come quelli descritti nel capitolo precedente - si legge nella perizia -. Tali circostanze possono apparire eccezionali o straordinarie per un dato luogo ma in un'area vasta come quella mediterranea sono anzi eventi tipici del periodo autunnale, con precipitazioni molto intense che tendono a risultare superiori alla norma nella regione colpita e che spesso sono associati a importanti fenomeni alluvionali e o franosi d'impatto drammatico sulle vite e le opere umane".
Nella relazione si evidenzia anche come le trasformazioni urbanistiche, la mancata manutenzione delle opere fluviali e stradali, e il "Piano comunale di protezione civile inadeguato a fronteggiare l'evento", abbiano concorso al verificarsi del disastro e quindi alla morte delle sei vittime.
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