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Nel Palazzo di Giustizia di Cagliari molte udienze si sono tenute regolarmente, mentre altre sono state garantite dai giudici perché sugli imputati pendavano misure cautelari. Una cinquantina di pubblici ministeri e giudicanti provenienti da tutta l'Isola si è ritrovata nell'Aula della Corte d'ssisse per spiegare le ragioni della protesta: da una parte la riforma Cartabia, dall'altra la nuova legge elettorale del Csm, due punti che hanno fatto scattare la mobilitazione dell'Associazione nazionale magistrati. Assente per questioni di salute il neo presidente sardo dell'Anm, Andrea Vacca, al faccia a faccia ha preso parte Gaetano Savona, segretario della giunta sezionale dell'Anm in Sardegna. Con lui, tra i relatori, anche il procuratore di Lanusei Biagio Mazzeo e il magistrato nuorese Andrea Iacopo Ghironi.
"La riforma non accorcerà di un girono la durata dei procesi, ma cambierà radicalmente la figura del magistrato, in contrasto con quello che prevede la Costituzione", ha denunciato Savona. Secondo il segretario dell'Anm, il nuovo corso voluto dal Govenro "creerà una magistratura alta e una bassa, aumentando quell'ansia di carriera che tanto danno ha già fatto e continuerà a fare". Tra i punti indigesti a molte toghe c'è la questione della separazione delle carrire tra pubblici ministeri e giudicanti, il cosiddetto "fascicolo personale" e la presenza degli avvocati nei consigli giudiziari per la valutazione dei magistrati.
"La magistratura non si oppone alle riforme - ha chiarito Mazzeo - anzi, in passato abbiamo proposto depenalizzazioni e snellimenti. Ma né pubblici ministeri né giudici devono essere preoccupati che un loro eventuale provvedimento non tenga". Tra gli interventi quelli del pm Gaetano Porcu e dei giudici Alessandro Castello e Silvia Badas. "Tutti i magistrati sono contrari a questa riforma - ha sentenziato la giudice Maria Cristina Ornano, leader nazionale dei Progessisti di Area - Non solo perché non è utile, ma perché sarà estremamente dannosa".
Critiche contro lo sciopero sono state invece espresse da Matteo Pinna, presidente dell'Ordine degli Avvocati di Cagliari, chiamato ad intervenire nel dibattito. "La magistratura, che è un potere dello Stato, si è già fatta sentire con i propri rappresentanti nelle sedi opportune, ora - ha sottolineato - con questa protesta punta a premere sul Parlamento, che è un altro potere dello Stato". Nessuno nasconde i recenti scandali che hanno riguardato alcune correnti della magistratura, ma la riforma Cartabia viene contestata con forza dalle toghe. Netto il procuratore aggiunto di Cagliari Guido Pani. "Questa riforma - ha ammonito - premierà la parte peggiore della magistratura".
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