di Maria Grazia Marilotti
La Diocesi di Cagliari scende in campo per creare una grande alleanza per contrastare il fenomeno di abusi e maltrattamenti sui minori in ambito ecclesiale e in altri contesti a partire da quello familiare, e per tradurre in azioni concrete la rivoluzionaria riforma di Papa Francesco, "nessun chierico resterà impunito".
Lo strumento principe è il Servizio per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili: al suo interno è stato aperto a Cagliari il centro di ascolto diocesano - il primo in Sardegna su 251 in Italia - un servizio per supportare minori e famiglie.
La volontà è quella di promuovere un percorso sinergico tra chiesa, istituzioni pubbliche, private, associazioni. "Tra chi ha il compito di prevenire, formare, educare e punire", ha sottolineato l'arcivescovo di Cagliari e vicepresidente della Conferenza episcopale italiana Giuseppe Baturi, che ha annunciato tra le azioni di contrasto alla violenza anche la nascita di un osservatorio che coinvolge l'Università per aggregare i dati e evidenziare il contesto in cui avvengono i fatti.
Se ne è parlato oggi a Cagliari in un convegno nell'Aula magna del Seminario arcivescovile dal titolo «La tutela delle persone di età minore nelle relazioni educative» promosso dalla Diocesi del capoluogo sardo e dal Servizio per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili, in collaborazione con Giulia giornaliste Sardegna, Casa Emmaus, Ordine regionale dei giornalisti e Ordine degli avvocati. I numeri ci restituiscono uno scenario allarmante. "Crescono gli abusi su internet, non diminuiscono le violenze in presenza per lo più in ambito familiare, e le più vittimizzate sono le bambine, la fascia con il più alto numero di vittime è quella sotto i 14 anni - rileva Fabrizio Mustaro, dirigente della Squadra mobile della Questura di Cagliari".
A livello nazionale nel corso del 2021 sono stati 5.316 i casi di pedopornografia trattati dalla Polizia Postale, con un incremento del 47% rispetto all'anno precedente (3.243). In crescita anche il numero dei minori adescati sul web da parte di adulti, 531, in maggioranza di età inferiore ai 13 anni (quasi il 64% nella fascia 10-13 anni), ma crescono pure i casi di adescamento online dei bambini nella fascia 0-9 anni (32 casi).
La nuova frontiera è il web e il Covid ha accentuato il fenomeno.
Impietosi anche i dati che riguardano la Sardegna. L'analisi è stata elaborata con riferimento al triennio 2019/2021 e rapportata ai primi 4 mesi dell'anno in corso. Secondo i dati forniti dalla Questura, nel 2021 reati che hanno colpito i minori sono: la violenza sessuale con 20 casi, un numero identico a quello registrato nel 2020; l'abuso dei mezzi di correzione con 8 casi contro i 3 del 2020 (+166%); la pornografia con 3 episodi (+50% rispetto al 2020) e l'abbandono di minori con 15 casi contro gli 8 del 2020. Nei primi quattro mesi del 2022 le violenze sessuali sono state già 6, mentre si registrano 3 casi di abbandono di minori, 1 caso di abuso di mezzi di correzione e 2 di pornografia minorile.
Anche in Sardegna, e in particolare in provincia di Cagliari "la fascia infraquattordicenne è quella con il più alto numero di vittime - ha precisato Mustaro - i presunti autori identificati, gran parte dei quali uomini italiani, sono di età compresa tra i 45 e i 64 anni".
Sul ruolo della prevenzione ha insistito Valeria Aresti, responsabile del Centro di ascolto diocesano, avvocata del foro di Cagliari e del Tribunale apostolico della Rota romana. "Oggi la vittima di abusi in ambienti ecclesiali riceve ascolto e assistenza dal punto di vista medico, psicologico e legale ed è sostenuta nel percorso di superamento del trauma anche mediante l'invio ai servizi presenti nel territorio".
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